Si allarga la platea di coloro che giudicano positivamente questa proposta

Dopo il segretario generale dell’Ugl, Paolo Capone, anche il numero uno della Cisl, Luigi Sbarra, si schiera per Quota 41, la proposta che prima la Lega e poi tutto il centrodestra ha fatto propria. Per i non addetti ai lavori, con Quota 41 si fa riferimento all’anzianità contributiva, vale a dire agli anni di lavoro svolto. A differenza di Quota 100 e della successiva Quota 102, non si tiene, quindi, conto del fattore anagrafico che, nei casi indicati, è rispettivamente di 62 e 64 anni. In altri termini, con Quota 41 si permetterebbe al lavoratore di andare in pensione con 41 anni di contributi, a prescindere dall’età anagrafica. Chiaramente, Quota 41 da sola non è sufficiente a superare le regole stringenti della Fornero, in quanto resterebbero fuori tutti coloro che, per ragioni diverse, hanno iniziato a lavorare intorno ai 30 anni o che, comunque, hanno avuto carriere professionali poco lineari. Non a caso, quindi, i sindacati propongono da tempo la stabilizzazione di due strumenti come l’Ape sociale e Opzione donna che, pur con dei limiti, sono stati comunque utili ad intercettare una platea di lavoratori e di lavoratrici che, altrimenti, si sarebbero trovati a dover aspettare diversi anni in più prima di poter lasciare il lavoro. In particolare, l’Ape sociale ha permesso una uscita anticipata ad addetti occupati in settori particolarmente faticosi e a coloro che si trovano in condizioni di fragilità.