Sei mesi di guerra. Zelensky: «Combatteremo fino alla fine. Per noi l’Ucraina è l’intera Ucraina, senza alcuna concessione o compromesso»

Oggi l’Ucraina celebra la Festa dell’indipendenza dall’Unione Sovietica, ma la ricorrenza ha inevitabilmente tutto un altro sapore. Proprio oggi, infatti, sono anche sei mesi di guerra e i timori per possibili attacchi russi hanno costretto le autorità a vietare gli eventi pubblici in diverse città. Nella capitale Kiev (e anche in altri centri) sono risuonate le sirene di allarme e le amministrazioni hanno comunque invitato la popolazione a ripararsi nei rifugi. Messaggi di vicinanza sono arrivati al presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, da parte di diversi leader mondiali, tra i quali il premier italiano Mario Draghi e il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. «Non ci importa che esercito abbiate, ci interessa solo della nostra terra. Combatteremo per essa fino alla fine. Abbiamo tenuto duro per sei mesi. È stata dura, ma abbiamo stretto i pugni e stiamo combattendo per il nostro destino. Ogni nuovo giorno è una ragione in più per non arrendersi», è stato invece il messaggio diffuso dallo stesso Zelensky in occasione del Giorno dell’Indipendenza dell’Ucraina. Quanto all’Ucraina, Zelensky ha inviato un avvertimento chiaro a Mosca: «Non cercheremo di arrivare a un’intesa con i terroristi, per noi l’Ucraina è l’intera Ucraina: tutte le 25 regioni, senza alcuna concessione o compromesso». Del resto la questione era stata già affrontata nella giornata di ieri, nell’ambito del secondo summit della Piattaforma di Crimea, da cui anche il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha sostenuto che la restituzione della Crimea all’Ucraina da parte di Mosca è «un requisito del diritto internazionale». Dal lato russo, però, il ministro della Difesa, Sergei Shoigu, ha sottolineato proprio oggi che «l’operazione militare speciale» sta procedendo «secondo i piani». Le preoccupazioni maggiori, attualmente, riguardano la centrale nucleare di Zaporizhzhia. Al Consiglio di Sicurezza Onu di ieri, la Russia ha ammesso che i combattimenti a Zaporizhzhia potrebbero provocare «il rischio di un incidente con conseguenze catastrofiche» per l’Europa. Non a caso l’Onu ha esortato Mosca e Kiev a trovare «urgentemente un accordo» sulla demilitarizzazione dell’area, ma ancora nelle ultime ore le autorità ucraine hanno denunciato bombardamenti russi in due distretti della regione, a una sessantina di chilometri dall’impianto nucleare. Il Papa ha oggi auspicato «che si intraprendano passi concreti per mettere fine alla guerra e scongiurare il disastro nucleare a Zaporizhzhia».