di Francesco Paolo Capone, Segretario Generale Ugl

Lo dicono gli esperti: agli italiani interessano solo le questioni concrete, inflazione e bollette. Inutile, a quanto pare – sondaggi alla mano – cercare di distogliere l’attenzione dell’elettorato dai problemi concretissimi dell’economia creando dal nulla le solite polemiche su questioni “ideologiche”, mettendo la parola fra virgolette, perché un tempo le grandi ideologie avevano visioni economiche ben chiare ed organiche. Queste iniziative, ovvero le solite demonizzazioni dell’avversario a suon di tweet e post su Facebook, che stanno impegnando la gran parte del tempo che ci separa dal 25 settembre ad opera di alcuni partiti in calo di consensi, non spostano neanche un voto, anzi, «si tratta di piccoli scambi verbali utili soltanto a conservare l’elettorato di appartenenza», secondo Emg different. I cittadini, alle prese con carovita e costi raddoppiati delle utenze, non solo non se ne interessano, ma ne sono piuttosto infastiditi, preferendo di gran lunga chi si impegna in proposte e progetti per risolvere una situazione che si fa via via più difficile. «Il tema del carrello della spesa o del caro bollette è prioritario rispetto a qualsiasi altra questione», così Tecnè. Al momento l’aver puntato tutto o quasi sul contrasto dell’avversario in termini valoriali, mettendo in secondo piano la questione economica, sta penalizzando significativamente la sinistra, data fra il 30 ed il 35%, a fronte di un centrodestra, più centrato sulle proposte, che potrebbe contare su consensi tra il 47 ed il 49%. Buone, rispetto alle aspettative, anche le rilevazioni sul M5s di Conte, tra il 10 ed il 12%, probabilmente grazie ad una campagna tarata sulle proprie idee più che sulla lotta senza quartiere per impedire l’arrivo “delle destre”. Tra il 4 ed il 5% il “terzo polo” di Renzi e Calenda. Al di là di questi numeri, come sappiamo i sondaggi vanno considerati come tendenze di massima, tutt’altra cosa la realtà concreta del voto che emergerà all’indomani dell’appuntamento elettorale, questa questione, di cui parla oggi il Corriere della Sera, dovrebbe farci comprendere l’importanza delle problematiche concrete che affliggono gli italiani e la necessità per la classe dirigente di non perdere tempo, onde evitare che l’autunno sia davvero “caldo” in termini economico-sociali. Non possiamo più permetterci atteggiamenti autoreferenziali, la politica che parla di se stessa, né polemiche pretestuose da social. Servono serietà e concretezza, proposte chiare, rapidamente attuabili e fattibili, bisogna concentrarsi – più che sui veri o presunti difetti degli avversari politici – su cosa fare in caso di vittoria della propria parte alle urne. Draghi fra un mese o poco più rimetterà il mandato e sul tavolo del prossimo presidente del Consiglio e dei suoi ministri ci saranno dossier scottanti che non possono attendere e non si risolvono a colpi di tweet.