di Francesco Paolo Capone, Segretario Generale Ugl

Fra i vari impegni di questa “calda” campagna elettorale estiva, nell’agenda di uno dei leader dei partiti in lizza, Matteo Salvini, segretario della Lega, c’è anche il confronto che si intende avviare coi sindacati per discutere insieme della questione previdenziale, in particolare approfondendo la proposta del Carroccio, ovvero Quota 41, una soluzione che permetterebbe di evitare il ritorno alla legge Fornero, in programma, salvo novità, a gennaio prossimo. «L’obiettivo è cancellare una volta per tutte la legge Fornero e realizzare Quota 41 che noi giudichiamo più equa, sostenibile e utile al Paese», così Salvini. Un ritorno al passato previdenziale, che, almeno nelle intenzioni, quasi tutte le formazioni vorrebbero evitare, ognuna proponendo alternative diverse per non ritrovarsi più con la gestione “lacrime e sangue” del sistema pensionistico ideata e realizzata dal fu governo tecnico guidato, un decennio fa, da Mario Monti e interrotta solo con l’avvento dell’esecutivo “gialloverde”, nato dopo le elezioni del 2018 e composto, oltre che dal M5s, proprio dalla Lega, che fece di Quota 100 una delle proprie bandiere tra le misure prese dall’allora maggioranza di governo. È noto l’apprezzamento del nostro sindacato nei confronti della proposta leghista, che giudichiamo convincente, come è anche palese il posizionamento dell’Ugl, sigla rigorosamente apartitica ed indipendente, ma basata su un impianto valoriale di conservatorismo sociale e quindi politicamente più vicina al centrodestra. Occorre, però, anche essere obiettivi nel riconoscere, e dovrebbero farlo anche i più distanti dalle formazioni conservatrici, che una scelta simile, nel metodo e nel merito, andrebbe fatta e da parte di tutti i partiti che stanno concorrendo in questa campagna elettorale. Nel metodo perché la questione previdenziale riguarda il mondo produttivo ed andrebbe discussa con i diretti interessati, come anche i molti altri temi che coinvolgono lavoratori ed imprese, in modo ampio ed inclusivo, coinvolgendo tutti gli attori, al di là della maggiore o minore “sintonia” ideologica, dimostrando capacità di ascolto e di confronto. Nel merito perché, nonostante le dichiarazioni ostili a suo tempo verso Quota 100 portate avanti da diverse forze allora di opposizione, soprattutto quelle di sinistra, anche se la riforma andava incontro alle esigenze dei lavoratori, di cui dette forze si considerano interpreti, finora nessuno ha voluto tornare alla situazione precedente, segno, evidentemente, che la Fornero presentava troppe criticità e di una riforma c’era effettivo bisogno. Assunto dal quale partire, per poi fare ognuno le proprie proposte in merito alle modifiche da apportare. Prendere spunto, quindi, dall’iniziativa di Salvini, per mostrare concretezza, obiettività, spirito autenticamente democratico ed inclusivo, di cui ci sarebbe, specie in questa fase, estremo bisogno.