Il caro-vita si abbatte pesantemente sugli assegni pensionistici degli italiani

Visto dalla parte dell’Inps, si tratta di un salasso inatteso; letto, però, dalla parte dei milioni di pensionati, si è davanti ad un atto dovuto per salvaguardare il potere d’acquisto degli assegni pensionistici. L’impennata fuori controllo dell’inflazione, ormai vicina, su base europea, alle due cifre, avrà effetti diretti sulla spesa previdenziale. A legislazione vigente, infatti, secondo la ragioneria generale dello Stato, l’Inps potrebbe trovarsi a dover sborsare circa 30 miliardi di euro in più in due anni, rispetto alle precedenti previsioni. Come si ricorderà, il governo Draghi, con il decreto-legge Aiuti bis, ha previsto un anticipo ad ottobre della rivalutazione degli assegni, di norma messa in cantiere con l’inizio dell’anno. Una operazione che dovrebbe dare un po’ di respiro alle famiglie di pensionati. Intanto, però, va avanti anche l’altra partita, quella che ha una scadenza fissata al 31 dicembre. Con la fine dell’anno, si chiuderanno contemporaneamente le sperimentazioni di Quota 102, Opzione donna e Ape sociale, con la conseguenza che le uscite dal lavoro saranno regolamentate esclusivamente con le norme della riforma Fornero. Cgil, Cisl, Uil e Ugl, in tempi non sospetti, avevano chiesto l’apertura di un tavolo di confronto che però non è mai effettivamente partito, anche al netto della fine anticipata di legislatura che ha finito per scombussolare tutti i piani.