Forte ripresa del settore dopo il blocco causato dalla pandemia, spinto anche dal turismo interno. Aumento delle presenze e impennata delle fatture. L’imposta di soggiorno cresce del 194%. Garavaglia: «Abbiamo investito sulla qualità»
Dopo gli anni bui del Covid, le chiusure obbligate delle strutture, il blocco degli spostamenti interni ed internazionali, finalmente l’estate 2022 segna una forte ripresa del settore del turismo. In aumento le prenotazioni, l’occupazione delle stanze in alberghi e resort, gli arrivi aeroportuali, con evidenti conseguenze sull’andamento delle fatturazioni che, nell’intero settore del turismo, quindi sia alloggio che ristorazione, segnano una crescita dell’imponibile Iva del 66% rispetto all’anno passato. Un settore di nuovo traino dell’economia, con benefici anche per le casse dello Stato – e degli Enti Locali con ricavati delle imposte di soggiorno per i Comuni pari a 158,6 milioni di euro nei primi 7 mesi del 2022, un aumento del 194% rispetto ai proventi del 2021 – e quindi conseguenze positive per la collettività. Il settore contribuisce per più del 6% al Pil nazionale, si arriva al 9% con l’indotto. Una ripresa spinta dal turismo interno, riscoperto ed apprezzato durante il periodo delle restrizioni determinate dal Covid. Ed ora gli italiani, più di tutti gli altri cittadini europei, preferiscono viaggiare entro i confini nazionali piuttosto che andare all’estero. La voglia di vacanze degli italiani non è stata ridimensionata dal timore dei contagi, pur ancora presenti, e neanche dall’inflazione e dalla difficile congiuntura politico-economica internazionale. Il ministro del turismo del governo uscente, l’esponente della Lega Massimo Garavaglia, commentando i dati, incoraggianti, in un’intervista rilasciata al Sole 24 Ore, ha dichiarato di non considerarli solo frutto del “rimbalzo” dopo il biennio del Covid, ma l’inizio di una nuova tendenza. Chiedendo di continuare a sostenere la ripresa, anche mantenendo nel prossimo esecutivo il dicastero specifico creato dal governo Draghi: «È l’occasione giusta per rendere strutturale l’offerta italiana».