«Pechino vuole cambiare lo status quo»

«La Cina sta usando le esercitazioni aeree e marittime intorno a Taiwan per preparare l’invasione dell’isola e per cambiare lo status quo nella regione dell’Asia-Pacifico». Così il ministro degli Esteri di Taiwan, Joseph Wu, intervenendo in conferenza stampa nel giorno in cui Taiwan ha iniziato alcune esercitazioni militari con l’artiglieria “a fuoco vivo”, che prevede l’uso di proiettili veri, simulando la difesa dell’isola in caso di attacco cinese, dato ormai come imminente. A stretto giro, la replica (durissima) di Pechino: «C’è una sola Cina al mondo, Taiwan è una parte inalienabile della Cina e il governo della Repubblica Popolare Cinese è l’unico governo legittimo che rappresenta l’intera Cina», ha detto il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Wang Wenbin, rivendicando la sovranità cinese su un’isola mai controllata dalla Repubblica popolare, al suo sesto giorno di esercitazioni militari intorno a Taiwan. Nonostante le tante analogie, Pechino ha negato parallelismi con quanto sta accadendo in Ucraina: «La questione di Taiwan riguarda interamente gli affari interni della Cina, ed è completamente diversa dalla questione ucraina», ha sostenuto il vice ministro degli Esteri, Ma Zhaoxu, accusando «gli Stati Uniti» di essere «abituati a provocare problemi».