È quanto emerge dal Rapporto Istat-ICE. Nell’Ue la quota dell’Italia è scesa al 4,88% dal 5% del 2020

Nel corso del 2021 la quota dell’Italia sulle esportazioni mondiali è diminuita lievemente, passando dal 2,82% del 2020 al 2,71%. Un calo legato soprattutto alle diminuzioni che hanno interessato le quote italiane di export verso l’Africa Settentrionale (da 6,41% a 6,16%), verso l’Unione Europea (da 5,00% a 4,88%), verso l’area “Altri paesi africani” (da 1,69% a 1,58%) e verso l’Asia Centrale (da 1,06% a 0,97%). È quanto emerge dall’Annuario Statistico 2022 realizzato dall’Istituto nazionale di statistica (Istat) in collaborazione con l’Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane (ICE). Nel complesso, nel 2021 il commercio con l’estero dell’Italia ha registrato variazioni positive elevate per entrambi i flussi, con le importazioni (+26,4%) cresciute più delle esportazioni (+18,2%), il che ha comportato una contrazione dell’avanzo commerciale di 19,1 miliardi di euro rispetto al 2020, a 44,2 miliardi. Un risultato sul quale ha pesato in maniera marcata la componente energetica, al netto della quale, si legge nel report, l’avanzo si è attestato a 89,3 miliardi alla fine dello scorso anno, contro gli 85,7 miliardi dell’anno precedente. Germania e Francia, anche nel 2021, sono stati i principali mercati di sbocco delle merci italiane, con quote rispettivamente del 13% e del 10,2%. Al terzo posto si posizionano invece gli Stati Uniti, verso i quali vengono inviate il 9,6% di tutte le vendite italiane verso l’estero. A seguire, poi, la Svizzera (con una quota del 5,3%), la Spagna (con il 4,9%) ed il Regno Unito (con il 4,5%).