Nel centrosinistra tiene ancora banco il nodo alleanze, ultimatum di Calenda al Pd. Di Maio presenta Impegno Civico. Renzi: «Stiamo lavorando a un terzo polo»

«Io al Viminale? Io mi vedo dove gli italiani mi vedono». Ha risposto così questa mattina il leader della Lega, Matteo Salvini, durante il suo intervento a Radio Anch’Io su Radio1. «Decidono gli italiani il 25 settembre, è fuori dubbio, ma mentre il centrodestra sta parlando di programmi, a sinistra si stanno malmenando Letta, Renzi, Calenda, Di Maio. C’è un mondo unito che sta ragionando su cosa fare, l’altro mondo è diviso e sta ragionando di poltrone». Poi ha aggiunto: «La Lega ha esperienza di governo, su questo vogliamo essere precisi con gli italiani. Il nome di qualche ministro sarà indice di serietà. Chiederò agli alleati una firma sui punti del nostro programma. Non mancheranno flat tax al 15% anche a lavorator dipendenti e famiglie, azzeramento Legge Fornero e i no a Ius Soli, Ddl Zan e cannabis». Inoltre, «la Lega chiederà assoluta concordia su alcuni temi, tra cui l’autonomia e la sicurezza. Sul piano internazionale la posizione dell’Italia non cambierà, sempre con la Nato e i paesi liberi, come la Lega». In effetti, la differenza tra i due schieramenti c’è e si vede. Oggi alle 18 il centrodestra si confronta, appunto, sui programmi, il centrosinistra, al contrario, è ancora indaffarato nel superamento del nodo alleanze, non senza ruggini. Tanto per cominciare il campo della sinistra è sempre più stretto, con Carlo Calenda che ormai appare distante dal Pd – come emerge anche dalla sua intervista al Corriere della Sera di oggi – a causa proprio delle alleanze che Enrico Letta sta stringendo e che nel frattempo sconfesserebbero, a detta del leader di Azione, l’agenda Draghi: «Per vincere occorre unire, per questo non vogliamo nomi divisivi. Per noi – ha quindi rimarcato in un video diffuso via Twitter – rappresenta una questione di buon senso e di serietà. Proprio seguendo questa logica abbiamo chiesto a Enrico Letta che non candideremo nei collegi uninominali che ci spettano figure come Nicola Fratoianni, che ha votato 55 volte la sfiducia al governo Draghi, Angelo Bonelli, che non vuole il termovalorizzatore a Roma, e Luigi Di Maio, che ha distrutto tutto il lavoro che abbiamo fatto al Mise». Contestualmente, Matteo Renzi appare altrettanto critico, annunciando per Italia Viva il progetto di un terzo polo: «Se la sinistra avesse davvero voglia di vincere queste elezioni incalzerebbe Meloni e Salvini sulla competenza, sulla credibilità, sulla coerenza, sulle tasse, sull’energia – ha scritto nella sua e-news –. Ieri Enrico Letta ha aperto la campagna elettorale proponendo una nuova tassa, stavolta la tassa di successione. In passato ho fatto di tutto perché il Pd smettesse di essere il partito delle tasse. Lo scontro tra noi e il Pd oggi sta nelle idee, non sui seggi. Se dici di voler combattere la destra e proponi di aumentare le tasse, non combatti la destra, ma le regali voti. Per questo stiamo lavorando a un terzo polo». Anche il M5s perde pezzi. Oggi l’ex capogruppo Davide Crippa e il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D’Incà, hanno presentato in conferenza stampa alla Camera la nuova associazione politica Ambiente 2050, mentre il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, già a capo di Italia per il Futuro, ha illustrato il nuovo partito che si chiamerà “Impegno Civico” «e vuole rappresentare quell’impegno civico che anche Papa Francesco ha evocato dal Canada».