Il leader cinese invita gli Usa a «non giocare con il fuoco» su Taiwan

Il vertice virtuale di giovedì tra il presidente statunitense Joe Biden e l’omologo cinese Xi Jinping non ha prodotto alcun risultato significativo, fatta eccezione per un’ipotesi di incontro faccia a faccia da concordare (un’ipotesi già circolata in queste ore potrebbe essere in occasione del G20 a Bali, in Indonesia, a novembre). Ma a parte questa apertura, tutti gli altri temi hanno registrato posizioni in verità molto distanti. Soprattutto su Taiwan, per cui le tensioni sono cresciute negli ultimi giorni a causa della possibile visita nell’isola della speaker della Camera Usa, Nancy Pelosi. Un’eventualità che la Cina non gradirebbe, considerandola un’ingerenza statunitense sui propri affari. Da quanto hanno riferito poi Washington e Pechino – il colloquio tra i due leader è durato due ore e 17 minuti –, Xi ha espresso «ferma opposizione al separatismo» dell’isola e «all’interferenza di forze esterne», invitando gli Stati Uniti a «non giocare con il fuoco». Da parte sua Biden ha ribadito che «la politica degli Stati Uniti su Taiwan non è cambiata e che si oppongono fermamente agli sforzi unilaterali per cambiare lo status quo o minare la pace e la stabilità attraverso lo Stretto». Altri temi sono stati toccati, dai cambiamenti climatici ai dazi, ma al massimo sono stati concordati dei gruppi di lavoro sui singoli dossier. Sulla guerra in Ucraina, infine, secondo la versione statunitense, Xi non avrebbe preso le distanze da Vladimir Putin.