Si salva soltanto l’agricoltura; in tutti gli altri settori, la crescita è esponenziale

Nel primo semestre dell’anno sono in sensibile aumento gli infortuni sul lavoro denunciati all’Inail. Rispetto allo stesso periodo del 2021, la crescita, in termini percentuali, è del 43,3% che equivale, in valori assoluti, a quasi 120mila casi in più, con il totale che sfiora le 383mila unità. La cosa preoccupante è che l’incremento è maggiore per gli infortuni dentro le aziende (più 45,2%), rispetto agli infortuni in itinere, il cui incremento non supera il 30%. La crescita degli infortuni riguarda tutti i settori produttivi, tranne l’agricoltura, con un segno meno che fa ben sperare per il futuro, vista l’alta incidenza infortunistica nel comparto. Incrementi uniformi pure considerando le macroaree territoriali, mentre si registra una inversione di tendenza sul fronte della nazionalità, con i lavoratori italiani più colpiti di quelli stranieri, sia comunitari che extra. Fortunatamente, si registra, però, un sensibile calo sul versante degli infortuni mortali, quasi 80 in meno rispetto allo stesso periodo del 2021. Anche in vista delle prossime elezioni, soprattutto la Ugl continua ad insistere sulla necessità di prevedere degli interventi forti sul versante della sicurezza, sia rafforzando le attività ispettive sia puntando sulla formazione del personale e degli stessi datori di lavoro, in particolare i titolari di piccole e medie imprese, spesso con poche risorse finanziarie da impiegare.