Verso le elezioni. Nel centrodestra il nodo premiership, i partiti del centrosinistra alle prese con le alleanze. Gelmini a Calenda: «Io ci sono, vediamoci»

«Prima vinciamo la partita e poi vedremo chi alzerà la coppa». Così il coordinatore nazionale di Forza Italia, Antonio Tajani, ha risposto ad Agorà estate su Rai 3, ad una domanda sulla futura leadership del centrodestra. «Noi – ha quindi aggiunto – non abbiamo preclusioni nei confronti di alcuno, spero che altri non ne abbiano nei nostri». A due mesi dalle elezioni gli schieramenti politici si preparano al voto, ma con stati d’animo e priorità molto diverse. Già illustrando i programmi e riflettendo sulla premiership il centrodestra (ad ogni modo favorito nei sondaggi), alle prese con le convulse trattative in vista di possibili alleanze (un’esigenza soprattutto nei collegi uninominali, dove rischia di più) il centrosinistra. Tanto per cominciare il campo largo invocato da Enrico Letta è decisamente più stretto dopo la rottura del M5s che ha condotto alla caduta del governo Draghi di cui, invece, il Partito democratico era uno dei principali sponsor. Ma le “agitazioni” vanno oltre il rapporto, non più idilliaco, tra Pd e M5s. In occasione della presentazione del Patto repubblicano nella sede della stampa estera a Roma, oggi il leader di Azione, Carlo Calenda (il quale ha aperto all’invito via Twitter di Mariastella Gelmini, fuori da Forza Italia, per un incontro, mentre anche la deputata Annalisa Baroni è in uscita da FI), ha risposto con un laconico «non so di chi lei stia parlando» ai cronisti che gli chiedevano se la presenza di Luigi Di Maio possa rappresentare un ostacolo nell’ottica di un’alleanza alle elezioni. «È iniziata da 24 ore la prima interlocuzione con il Pd – ha invece riferito Emma Bonino, leader di +Europa –, che in tutti questi anni ha preferito altri, i 5stelle fino all’inverosimile o l’estrema sinistra. Con il Pd per parlare bisogna essere in due». Nel frattempo è arrivata la risposta a Calenda di Di Maio, ospite a L’aria che tira su La7: «Le coalizioni si presentano tra il 12 e il 14 agosto, nelle prossime settimane ci sarà un dibattito. Le coalizioni sono fondamentali per stare uniti contro gli estremismi. Essere uniti, fra coloro che hanno provato a salvare il governo di unità nazionale, è un valore. Ci lavoreremo, poi gli italiani decideranno». Infine c’è Renzi che, intervistato dal Corriere della Sera, si dice pronto a correre da solo, ma dispensa consigli a Letta e al Pd sul candidato premier: «Fossi al suo posto sceglierei uno bravo a vincere elezioni che sembravano già perse: Stefano Bonaccini». Le divisioni del centrosinistra di certo non aiutano ad abbassare i toni e anche il caso dell’articolo del New York Times contro Giorgia Meloni, con tanto di strascichi polemici in Italia, si colloca giustappunto nell’ambito di una campagna elettorale che si preannuncia dura. «Con la campagna elettorale – ha perciò avvertito ieri su Facebook la presidente di FdI – è ripartita, puntuale come sempre, la macchina del fango contro me e Fratelli d’Italia. Aspettatevi di tutto in queste settimane, perché sono consapevoli dell’imminente sconfitta e useranno ogni mezzo per tentare di fermarci. Se ci riusciranno o no, quello dipenderà da voi». Già mercoledì è atteso un vertice di coalizione che vedrà partecipare i leader delle forze politiche che compongono il centrodestra.