Cremlino conferma impegni dopo attacco Odessa. Pechino: «Gli Stati Uniti dovrebbero creare condizioni favorevoli per negoziati» tra le parti

Alla fine la Russia ha confermato l’attacco a Odessa, rivendicando però obiettivi militari mirati (con missili di alta precisione), quali una nave da guerra ucraina e un deposito di armi. Tuttavia il quadro ha creato non poche tensioni, poiché avvenuto l’indomani delle firme (separate) a Istanbul di Kiev e Mosca sull’accordo sul grano, mediate da Turchia e Onu. Da parte sua, la Russia ha assicurato che manterrà i suoi impegni sull’export dei prodotti agricoli. A confermarlo il Cremlino, tramite il portavoce Dmitry Peskov. Anche il ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, si è detto dello stesso avviso durante la prima tappa del viaggio in Africa, al Cairo (Lavrov condurrà in questi giorni visite in Etiopia, Uganda e Repubblica Democratica del Congo). A detta del ministro, infatti, saranno la Marina russa e quella turca a garantire la sicurezza nel Mar Nero delle navi che trasportano grano. Ma prima il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, si era lasciato andare ad un duro commento: «Non importa cosa dica o prometta la Russia, troverà il modo di non attuare» l’intesa. Mentre già si parla di un “piano b” con la regia statunitense per far uscire il grano dal paese dopo l’attacco russo al porto di Odessa (ma l’Ucraina si aspetta già per questa settimana le prime esportazioni), anche l’UE ha espresso la sua condanna per l’accaduto, mentre la Turchia si è detta preoccupata. «La Russia – ha affermato ad ogni modo Peskov, citato dalla Ria Novosti – ha lavorato molto per concludere l’accordo sul grano, ma è troppo presto per valutare l’efficacia dei meccanismi previsti». Intanto sul fronte diplomatico si registra la posizione della Cina, secondo cui – stando a quanto dichiarato dal ministero degli Esteri di Pechino – «gli Stati Uniti dovrebbero creare condizioni favorevoli per negoziati tra Mosca e Kiev».