di Francesco Paolo Capone, Segretario Generale Ugl

La speranza è che la campagna elettorale non si limiti ai soliti slogan, che le buone possibilità del Centrodestra non siano l’alibi per impostare una propaganda basata sulla “necessità di arginare il sovranismo”, che si fermi la litania su chi abbia la responsabilità per la caduta del Governo Draghi e che, invece, i partiti, ed i media, si focalizzino sulle questioni concrete che interessano gli italiani. Non quindi la crisi della sinistra, la collocazione dei pentastellati, la premiership nella destra, ma cosa molto più importante per la popolazione, programmi. Chiari e da mettere in pratica – dagli scranni della maggioranza o dell’opposizione, in base alla volontà popolare – in modo coerente e conseguente una volta insediato il nuovo Parlamento. Il momento, lo sappiamo, è molto difficile e richiede, ancora più del solito, serietà e concretezza. Interessante, in questo senso, l’iniziativa di Quotidiano Nazionale, che affronterà la campagna elettorale attraverso una serie di focus su temi specifici analizzando le idee dei vari partiti su ogni argomento. Oggi, come tema, la previdenza e le varie proposte dei partiti per affrontare la questione. Per chiarire agli elettori quale sarà il sistema pensionistico in caso di vittoria dell’uno o dell’altro contendente. Qn chiarisce che l’idea della sinistra è quella di rimanere alla Legge Fornero, con qualche correttivo per donne, precoci e chi svolga attività gravose ed eventualmente la possibilità di un’uscita anticipata, a 63 o 64 anni, con una penalizzazione economica in base agli anni mancanti rispetto ai fatidici 67. Ancora più rigide le proposte dei “centristi”, intenzionati a mantenere la Fornero tout court, con al massimo un anticipo sull’uscita sostenuto economicamente dagli stessi pensionandi e destinando eventuali risorse pubbliche alle pensioni future dei giovani, in modo piuttosto aleatorio trattandosi di un investimento riscuotibile, salvo ulteriori riforme, solo fra molti anni. I Pentastellati seguono quanto ideato dal “loro” presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, quindi la possibilità di uscire dal mondo del lavoro attivo anche a 63 anni, ma ricevendo solo la pensione maturata col sistema contributivo ed ottenendo la pensione “completa” solo al compimento del 67 anno d’età. Più ardite le proposte del Centrodestra. Forza Italia punta, infatti, all’innalzamento della pensione minima a mille euro, una proposta non sui tempi di uscita dal mondo del lavoro, ma sulla rivalutazione degli assegni, compresi quelli già in essere, piuttosto onerosa, 30 miliardi, ma pure necessaria in tempi di crisi e inflazione galoppante, con molti pensionati in grave difficoltà di fronte all’impennata dei prezzi. La Lega insiste sul superamento della Fornero per garantire i pensionandi, ma anche i giovani, sbloccando il turn-over generazionale, mediante Quota 41 o anche eventualmente con l’uscita flessibile a 62 anni. Soluzioni diversissime, quelle dei vari poli, importanti per milioni di italiani e capaci di rappresentare visioni e ricette opposte per la ripresa del Paese. Fondamentale parlarne, per esercitare il proprio diritto/dovere di voto in modo consapevole.