Hotspot di Lampedusa: 1600 migranti, ma la capienza è di 350 posti. Continuano gli sbarchi a Lampedusa dove arrivano soprattutto molti minori non accompagnati

Non sarà il caso di domandarsi, in Italia e soprattutto in Europa, se questa è davvero accoglienza, ammesso e non concesso che si debba chiamare con questo nome? L’hotspot di Contrada Imbriacola a Lampedusa è di nuovo al collasso: 1.600 migranti “accolti” a fronte di una capienza di 350 posti. Sicuramente preferibile ai centri di detenzione in Libia, descritti da varie e autorevoli fonti come un vero e proprio inferno dai quali migranti cercano di fuggire per raggiungere l’Europa. Ma una cosa in comune ce l’hanno, i problemi di capienza: anche lì si parla di luoghi sovrappopolati, di centinaia di persone in strutture che potrebbero raccoglierne soltanto qualche decina, di un limitato accesso ai servizi igienici, all’acqua, all’igiene personale. L’Italia cosa fa per rispettare standard di civiltà, a tutela dei propri cittadini e degli stessi migranti, e per farsi rispettare nell’Ue, tanto impegnata nella difesa dello Stato di diritto, sancito dall’articolo 2 del Trattato? Ricordiamo che «L’Unione si fonda sui valori del rispetto della dignità umana, della libertà, della democrazia, dell’uguaglianza, dello Stato di diritto e del rispetto dei diritti umani, compresi i diritti delle persone appartenenti a minoranze». In attesa di una risposta, continuano gli sbarchi a Lampedusa dove arrivano soprattutto molti minori non accompagnati. Ben tre imbarcazioni sono approdate oggi all’alba, con la Prefettura di Agrigento impegnata, o sarebbe meglio dire oberata, nelle operazioni di accoglienza, identificazione e trasferimento. La motovedetta Cp327 della Guardia Costiera prima ha soccorso un barchino di 6 metri e poi uno di 10, entrambi salpati da Zuwara in Libia, con 20 egiziani, eritrei, sudanesi e palestinesi. Poi è stato recuperato un altro gruppo di 80 egiziani, siriani, marocchini e bengalesi. La motovedetta della Guardia di Finanza, infine, ha rintracciato 22 tunisini, fra cui una donna, su una barca salpata da Sidi Mansour, in Tunisia. Dalla “Sea Watch 3” la Guardia Costiera italiana ha portato a terra una donna in gravidanza accompagnata dal marito e da un bambino con gravi ustioni. Le restanti 439 persone «stanno ancora aspettando un rifugio sicuro», afferma la ong tedesca. La “Ocean Viking” di Sos Mediterranee ha tratto in salvo altre 73 persone, tra cui un bambino di un anno, da un gommone quasi sgonfio a 37 miglia dalle coste libiche, segnalato da Alarm Phone. Sono 268 i migranti ora a bordo: tra loro oltre 100 minori non accompagnati.