La riforma dell’istruzione terziaria. L’obiettivo è quello di superare il gap di competenze tipico del nostro mondo del lavoro

Con il voto alla Camera, in seconda lettura dopo le modifiche apportate al Senato, e la pubblicazione in gazzetta ufficiale, il testo che istituisce il sistema terziario di istruzione tecnologica superiore è diventato legge. Si tratta di un provvedimento atteso da tempo che aggiunge un tassello decisivo in quel contesto che, in questi anni, si è andato caratterizzando per la presenza degli istituti tecnici superiori, la prima alternativa all’università successiva al conseguimento del diploma di maturità. L’avvio degli istituti tecnici superiori è stato complesso e articolato per motivazioni diverse, ad iniziare dalla diversa velocità con la quale le singole regioni hanno recepito le norme nazionali. Alla vigilia della partenza di questa nuova fase, gli iscritti agli istituti tecnici superiori sono circa 21mila; l’obiettivo è arrivare a 100mila, favorendo così quel salto di qualità, invocato da tempo, riconducibile al superamento del gap che contraddistingue il mercato del lavoro, con le aziende che non trovano personale con le competenze giuste e centinaia di migliaia di giovani che, nonostante siano appena usciti da un percorso di studi, faticano a trovare una occupazione, con il rischio sempre concreto di scivolare verso quel fenomeno noto con il nome di neet. Gli istituti tecnici superiori nascono con l’obiettivo di fondo di favorire una triangolazione fra imprese, territorio e istituzione scolastiche, così da avere personale immediatamente occupabile in un contesto ben definito.