Davanti allo spettro della Fornero, non è escluso un rinvio della scadenza di dicembre

Una delle domande che circola maggiormente in queste ore è cosa succederà sul versante delle pensioni. È facile immaginare che in molti andranno a leggere con attenzione proprio questa parte del programma elettorale delle varie coalizioni, così da orientare il voto. Al netto delle promesse elettorali, il dato di partenza è che al 31 dicembre scadono le sperimentazioni di Ape sociale, Opzione donna e Quota 102, con la conseguenza che dal 1° gennaio 2023 le persone torneranno ad uscire dal lavoro con le sole norme previste dalla Fornero, fermo restando la disciplina sui lavori usuranti. Del resto, neanche la permanenza di Mario Draghi a Palazzo Chigi assicurava una soluzione, considerando che l’unico richiamo al tema contenuto nel documento di economia e finanza contiene un generico riferimento ad una maggiore flessibilità in uscita, cosa richiesta anche da Cgil, Cisl, Uil e Ugl, pur con delle differenze di impostazione. Visti i tempi molto stretti fra le elezioni, la formazione del nuovo esecutivo e la presentazione della manovra di bilancio, non è da escludere, almeno in prima battuta, la proroga anche nel 2023 della sperimentazione dei tre strumenti prima richiamati. Si tratterebbe di una soluzione di immediata applicazione, con costi peraltro già certificati. Le peripezie del Movimento 5 Stelle, viceversa, potrebbero affossare le proposte del presidente dell’Inps, Pasquale Tridico.