Dal caro vita al lavoro, dallo spread al gas: quanti problemi! Centro Studi Tagliacarne: negli ultimi tre anni si è ridotto il portafoglio degli italiani di 1756 euro a testa (-9,1%)

Archiviata la crisi di governo e stabilita la data delle elezioni, restano le “cose concrete” da affrontare e da risolvere. A cominciare dal caro vita che, secondo un’analisi del Centro Studi Tagliacarne sull’impatto dell’indice Istat dei prezzi al consumo sul reddito degli italiani nell’ultimo triennio, ha reso più leggeri i portafogli degli italiani. E non di poco, visto che siamo nell’ordine dei 1.756 euro a testa in tre anni (-9,1%). Tra giugno 2019 e giugno 2022, il reddito pro-capite è diminuito in valore assoluto soprattutto nel Nord est -2.104 euro. Ma, in termini relativi, l’inflazione ha colpito principalmente il Mezzogiorno (-10%), mentre a livello regionale il caro vita ha morso di più nel Trentino-Alto Adige, con una perdita del potere di acquisto di 2.962 euro (-12,3%). Secondo Gaetano Fausto Esposito, direttore generale del Centro Studi, «le regioni del Mezzogiorno rischiano di essere discriminate non solo a causa dell’incremento dei prezzi, ma anche per il minor livello dei redditi e a causa della composizione del loro “paniere” di consumo». Da quanto emerge dal report sul mercato del lavoro realizzato da ministero del Lavoro, Banca d’Italia e Anpal, i segnali che stanno arrivando dal fronte del lavoro non sono buoni: se nei primi sei mesi dell’anno sono state create circa 230.000 posizioni lavorative alle dipendenze al netto dei fattori stagionali, quasi 100.000 in più rispetto allo stesso periodo del 2019, anno di espansione dell’occupazione, nel bimestre maggio-giugno sono emersi segnali di rallentamento, più marcati nelle costruzioni, nel commercio e nel turismo, sebbene, in questi ultimi due settori, le nuove posizioni lavorative create dall’inizio dell’anno siano state comunque superiori a quelle dello stesso periodo del 2019. Il contributo alla dinamica occupazionale della componente femminile nei primi 6 mesi del 2022 è stato inferiore rispetto a quello di entrambi i semestri del 2021. Dal fronte finanziario, la nostra economia sta diventando più rischiosa e meno affidabile, alla luce del differenziale tra Btp italiani e Bund decennali tedeschi (228,4 punti), cioè lo spread, a quota 230 punti, con relativo rendimento in calo di 19 punti al 3,33%. Ultimo ma non meno importante, il piano di emergenza della Commissione europea con il drastico taglio del 15% al consumo di gas, nel periodo dal 01/08-31/03 sta già spaccando l’Unione dei ventisette ancora prima di entrare in vigore. Tra gli ultimi Paesi a dire «no» c’è anche l’Italia.