Putin: «Gazprom manterrà gli impegni». Attesa per l’apertura prevista per domani, ma l’Ue resta in allerta

A meno di 24 ore dal termine dei dieci giorni necessari a Gazprom per sistemare il problema tecnico sul gasdotto Nord Stream I non c’è ancora alcuna certezza sulla ripartenza, o meno, delle forniture di gas verso l’Europa. Dal canto suo, il presidente russo Vladimir Putin, dopo la visita a Teheran, ha assicurato che «Gazprom ha adempiuto, sta adempiendo e adempirà pienamente ai suoi obblighi» e che il colosso energetico è «pronto a pompare quanto necessario» rispettando gli impegni di esportazioni di gas. Puntano sulla riapertura dei flussi anche Bloomberg e Reuters, secondo cui però la distribuzione avverrà ad un flusso ridotto rispetto a prima dello stop (quando la portata era di 160 milioni di metri cubi al giorno). Addirittura, secondo l’agenzia di stampa britannica, che cita fonti anonime, i tecnici russi avrebbero già avviato le manovre di riapertura del gasdotto. Più pessimismo, invece, dalle parti di Bruxelles, dove il portavoce Eric Mamer ha spiegato che «è impossibile prevedere cosa farà Gazprom». «Dodici Paesi – ha ricordato – hanno subito interruzione di fornitura da un giorno all’altro. Quello che farà domani Gazprom è una scommessa ma certamente noi ci prepariamo per lo scenario peggiore». Parole simili anche dalla presidente Ursula von der Leyen, che ha definito Gazprom un «fornitore completamente non affidabile, così come Putin». Nel frattempo l’Unione europea ha proposto una riduzione dei consumi di gas dei Paesi membri del 15% dal 1 agosto 2022 al 31 marzo 2023.