Considerando anche l’indotto, sono almeno 700 i posti a rischio del Triestino

Come anticipato nei giorni scorsi, la regione Friuli Venezia Giulia è entrata decisamente in campo sulla vicenda Wärtsilä, il gruppo finlandese titolare di uno stabilimento a Trieste specializzato nella produzione di motori marini. La multinazionale, non più della metà della scorsa settimana, aveva improvvisamente annunciato la decisione di chiudere la produzione, lasciando nel nostro Paese soltanto alcuni settori, come la vendita e la ricerca & sviluppo. La conseguenza diretta di questa decisione è un taglio netto dei dipendenti, destinati a dimezzarsi nell’arco di pochi mesi. Nel pomeriggio di ieri, il presidente della regione, Massimiliano Fedriga, insieme agli assessori Alessia Rosolen (lavoro) e Sergio Emidio Bini (attività produttive), ha incontrato i rappresentanti delle federazioni di categoria di Cgil, Cisl, Uil e Ugl, proprio per definire una comune strategia in vista di un possibile incontro a livello ministeriale. Del resto, fra i primi a commentare la vicenda era stato proprio il ministro per lo sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti. Tutti i presenti hanno parlato di stupore e amarezza per l’atteggiamento tenuto del gruppo finlandese, il quale, come fatto notare dalla Ugl, con la sua decisione colpisce tutto l’indotto. Il presidente Fedriga, da par sua, ha pure evidenziato gli ingenti finanziamenti pubblici erogati in questi alla Wärtsilä, altro aspetto di cui tener conto.