La Congiuntura Confcommercio. «Consumi in crisi, l’inflazione non si ferma»

«Consumi in crisi, l’inflazione non si ferma e la crisi politica in atto aumenta il quadro d’incertezza». Così la Confcommercio nell’ultima Congiuntura mensile, in cui segnala una flessione congiunturale del PIL dello 0,6% a luglio e una variazione tendenziale nulla. «I mesi estivi si sono aperti all’insegna di un preoccupante clima d’incertezza», spiega la Confcommercio citando fattori di rischio come il conflitto in Ucraina, le turbolenze sui mercati delle materie prime, la conseguente «fiammata» dell’inflazione e la crisi politica che sta interessando il Paese, sottolineando come diversi indicatori economici lascino presagire una battuta d’arresto dell’economia rispetto ai mesi scorsi. La produzione industriale, per esempio, dopo un trimestre positivo, a maggio ha registrato un calo dell’1,1% in termini congiunturali, salendo però del 3,5% su base annua. In calo, anche il numero di occupati, dello 0,2% su aprile. Per quanto riguarda invece i consumi, l’ICC di giugno ha registrato un aumento annuo dello 0,7%, legato unicamente all’andamento dei servizi (per i quali i consumi sono aumentati dell’11,9%), mentre la domanda di beni ha fornito un contributo negativo di 3,3 punti percentuali. In generale, la domanda, se confrontata con il primo semestre del 2019, risulta essere ancora inferiore del 6,8%, con un -18% per i servizi. Sull’andamento, spiega l’associazione di categoria, «continuano a pesare la crisi del settore automobilistico, le difficoltà dell’abbigliamento e delle calzature – in attesa dei saldi – e il ridimensionamento della domanda per gli alimentari».