Tutte le amministrazioni sono in forte affanno: servizi sempre più a rischio

Come denunciato da tempo dalle federazioni di categoria di Cgil, Cisl, Uil e Ugl, il pubblico impiego è sempre più in affanno, con la conseguenza che, ad ogni giorno che passa, diventa sempre più difficile garantire i servizi all’utenza. Ne sanno qualcosa le migliaia di cittadini che quotidianamente si rivolgono ad un ufficio comunale o ad uno delle amministrazioni centrali. Nonostante il tentativo di dare una accelerazione sul versante delle assunzioni con lo sblocco del turn over, stando alle piante organiche nella pubblica amministrazione mancherebbero 900mila addetti, un numero altissimo che riguarda tutti i settori. In termini percentuali, si parla di una media del 30% in meno, valore che sale, anche di molto, soprattutto nei comuni, come conferma una ricerca effettuata dal quotidiano romano Il Messaggero, sempre attento alle vicende del pubblico impiego. Già prima della pandemia, con l’allora ministra Giulia Bongiorno, il primo governo Conte aveva provato a lasciarsi alle spalle la lunga stagione del blocco del turn over imposto ai tempi dell’esecutivo Monti, con il lavoro che si era però interrotto a metà per la rottura consumatasi fra Lega e Movimento 5 Stelle. Ora, è il ministro Renato Brunetta che sta provando ad accelerare sul versante delle assunzioni, attraverso l’adozione di procedure semplificate, anche se non mancano situazioni paradossali, con tanti posti che restano vacanti.