Le tre proposte in campo. Quota 102, Opzione donna e Ape sociale sono in scadenza a dicembre

In attesa di capire quali potranno essere le proposte che il governo vorrà formulare alle parti sociali nelle prossime settimane, l’avvicinarsi veloce della scadenza del 31 dicembre, quando termineranno le sperimentazioni di Quota 102, di Ape sociale e di Opzione donna, pone anche all’Inps importanti riflessioni. Fermo restando che la decisione è più politica che tecnica, rimane l’aspetto del ridare una maggiore libertà di scelta alle persone sul momento in cui vogliono lasciare il lavoro per andare in pensione. Come contributo al dibattito, il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, ricorda che l’Istituto, in questi mesi, ha messo in campo tre proposte alternative con una prospettiva triennale (2023-2025). La prima ha un valore di 5,9 miliardi e prevede l’opzione al calcolo contributivo per i lavoratori con almeno 64 anni di età e almeno 35 anni di contribuzione con una soglia minima. La seconda strada, che presenta un costo maggiore (6,7 miliardi di euro), introduce una penalizzazione della componente retributiva proporzionale alla differenza tra età di uscita ed età per la pensione di vecchiaia. La terza, con una spesa preventivata nell’ordine di quasi 4 miliardi, prevede, per i lavoratori con almeno 63 anni di età e almeno 20 anni di contributi, l’anticipo della quota contributiva con corresponsione dell’intero ammontare soltanto al raggiungimento dell’età di vecchiaia. Gli effetti sulla spesa sono destinati a terminare in un arco decennale, quando tutti saranno nel sistema contributivo.