Impatto senza precedenti. Il Covid-19 ha imposto una riorganizzazione nel senso di una maggiore efficienza

Il Covid-19 ha avuto un impatto enorme sull’Inps. Sarebbe un errore, però, centrare l’attenzione esclusivamente sotto il profilo finanziario, in quanto la pandemia ha richiesto uno sforzo di innovazione senza precedenti per profondità e velocità. In quei drammatici giorni di marzo ed aprile del 2020, le difficoltà dell’Inps, anche solo di assicurare un collegamento efficiente durante le tante videoconferenze fra il governo e le parti sociali, erano emerse chiaramente. Per non parlare poi del ritardo nei pagamenti degli ammortizzatori sociali, qualcosa che, purtroppo, è andata avanti per lunghi mesi, soprattutto sul versante della cassa in deroga. L’esperienza dei quei giorni ha visto l’Inps fortemente impegnato come Istituto. Nel biennio 2020-2021, sotto varie voci, l’Inps ha erogato 60 miliardi di euro. Quasi dieci milioni, di cui 6,7 milioni nel 2020, i lavoratori che hanno percepito l’assegno di cassa integrazione, mentre i beneficiari delle prestazioni con causale Covid-19 sono stati 15 milioni nel 2020 e 7 milioni nel 2021; i bonus Covid-19 hanno interessato 4,4 milioni di cittadini nel 2020 e 900mila nel 2021. Una azione che è stata supportata da una forte riorganizzazione sul versante della digitalizzazione e dell’implementazione dei servizi. Fra questi, si ricordano: la disability card, valida in tutta Europa; la procedura precompilata e automatizzata per la pensione di reversibilità; il nuovo portale delle famiglie; la piattaforma per l’assegno unico e universale.