Il decreto-legge Aiuti apre alla chiamata diretta da parte del datore di lavoro

Al netto delle conseguenze sul versante politico del mancato voto del Movimento 5 Stelle, il decreto Aiuti è comunque destinato ad avere effetti, seppure, in molti casi, transitori, sul mondo del lavoro. Una delle poche misure destinate a durare nel tempo è quella relativa al reddito di cittadinanza. I datori di lavoro privati potranno proporre direttamente offerte di lavoro congrue ai percettori del reddito di cittadinanza. Si tratta di una novità di rilievo, in quanto supera una serie di intoppi burocratici che, almeno finora, avevano limitato l’incontro fra le parti. Soprattutto le associazioni datoriali, in passato, avevano evidenziato il malfunzionamento della piattaforma telematica sul sito del ministero del lavoro. Ora questa modifica dovrebbe agevolare l’incontro, anche se la norma stessa per essere pienamente efficace avrà bisogno di un decreto attuativo perché poi dovrà essere il datore di lavoro a segnalare l’eventuale rifiuto di una proposta congrua, che, per essere tale, deve rispondere a dei parametri sulla distanza, sulla mansione e sulla retribuzione corrisposta. L’assunzione di un percettore del reddito di cittadinanza per un datore di lavoro è vantaggiosa sotto il profilo contributivo, ma non solo viste anche le agevolazioni contrattuali riconosciute. Peraltro, l’assunzione di un componente non comporta la decadenza automatica dal beneficio per tutto il nucleo.