L’Ue rivede al ribasso le stime di crescita per il 2023, Italia fanalino di coda. La guerra di aggressione della Russia nei confronti dell’Ucraina continua a ripercuotersi negativamente sull’economia dell’UE

Mentre in Italia il Governo confermava di voler porre la questione di fiducia sul Dl Aiuti, dopo la discussione generale sul testo in Aula al Senato e dopo che sulle agenzie di stampa si stava consumando la crisi dell’esecutivo Draghi, da Bruxelles sono arrivati segnali molto chiari e pesanti per il futuro, in un contesto europeo, politico e finanziario, di grandissima incertezza dovuto anche alla crisi energetica, non solo alla guerra in Ucraina. La Commissione europea ha annunciato una revisione al ribasso della crescita nella zona euro, nelle previsioni economiche d’estate, quasi dimezzando la stima per il 2023 rispetto ai dati di maggio. Brutte notizie anche per il nostro Paese: l’Italia è destinata a essere il Paese membro che crescerà meno l’anno prossimo. Secondo le stime pubblicate oggi, la crescita del Pil italiano dovrebbe attestarsi al 2,9% nel 2022 per scendere allo 0,9% nel 2023. La crescita economica nella zona euro sarà del 2,6% nel 2022 e dell’1,4% nel 2023, mentre a maggio le previsioni indicavano un’espansione dell’economia rispettivamente del 2,7 % e del 2,3%. Brutte notizie anche dal fronte dell’inflazione, con un aumento dei prezzi al consumo in media annua del 7,6% nel 2022 e del 4,0% nel 2023. Una revisione, al rialzo, rispetto ai dati primaverili che rispettivamente erano pari al 6,1 e 2,7%. In Italia l’inflazione dovrebbe salire al 7,4% quest’anno e poi attestarsi attorno alla media del 3,4% nel 2023, mentre precedentemente era stato previsto un tasso del 5,9% nel 2022 e del 2,3% nel 2023. La Commissione ha anche evidenziato che per il nostro Paese «è probabile che la grave siccità nel nord Italia possa aggravare l’impennata dei prezzi dei generi alimentari per i consumatori». Se lo slancio generato dalla riapertura delle nostre economie riesce a sostenere la crescita nel 2022, l’anno prossimo invece non funzionerà allo stesso modo, è stato il monito del Commissario Ue all’Economia, Paolo Gentiloni. L’economia dell’Ue è quindi molto vulnerabile agli sviluppi dei mercati dell’energia, a causa della sua elevata dipendenza dai combustibili fossili russi, mentre l’indebolimento della crescita mondiale deprime la domanda esterna. Insomma, la guerra di aggressione della Russia nei confronti dell’Ucraina continua a ripercuotersi negativamente sull’economia dell’UE, avviandola su un percorso di crescita più bassa e a un’inflazione decisamente elevata.