Alla vigilia della fiducia in Senato sul dl Aiuti, con il M5s che potrebbe lasciare l’Aula al momento del voto, il leader della Lega apre alle elezioni anticipate

Giornata tesa, alla vigilia del voto di fiducia sul dl Aiuti in Senato. Che potrebbe decidere il futuro del governo. In mattinata il Consiglio nazionale del M5s si è riunito per stabilire la linea da seguire a Palazzo Madama che deve approvare il testo, contenente diversi provvedimenti a sostegno di famiglie e imprese, oltre alla norma sul termovalorizzatore di Roma – il punto contestato dai 5 Stelle –, entro il 16 luglio, pena la decadenza. È stato un vertice lungo, durato oltre cinque ore, dal quale non è emersa una decisione finale. Alcune indiscrezioni trapelate a riunione in corso hanno riferito il prevalere della linea dura: non votare la fiducia, uscendo dall’Aula, pur continuando a restare nel governo, in attesa che il presidente del Consiglio, Mario Draghi, risponda alle richieste del M5s contenute nel documento consegnato da Giuseppe Conte in occasione del faccia-a-faccia a Palazzo Chigi (secondo alcuni rumors, potrebbe esserci un incontro tra i due anche in queste ore). Una mossa che nasconde delle insidie: non votando la fiducia, indipendentemente dalle intenzioni, il M5s potrebbe compromettere definitivamente la tenuta dell’esecutivo (commentando ieri il voto di fiducia di domani, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio lo ha paragonato espressamente ad una verifica di maggioranza). Su questo punto il leader della Lega, Matteo Salvini, è stato chiaro, ipotizzando uno scenario (elezioni anticipate), che fino ad oggi aveva escluso: «L’Italia e le imprese italiane non possono permettersi 5-6-7 mesi di litigi e ricatti. Se c’è la possibilità di lavorare noi ci siamo, ma se bisogna passare mesi a questionare tanto vale dare la parola agli italiani», ha detto Salvini, intervenendo all’assemblea del decennale di Confimi, la Confederazione dell’industria manifatturiera, a Roma. «Il governo deve andare avanti e noi lo sosteniamo fino alla fine della legislatura», ha detto invece il segretario del Partito democratico, Enrico Letta, parlando ai parlamentari Pd in una riunione che si è svolta in contemporanea con il Consiglio nazionale del M5s.