di Francesco Paolo CaponeSegretario Generale UGL

Il governo Draghi sembra più traballante che mai e l’attesa di tutti gli osservatori è rivolta a quanto accadrà domani, quando al Senato sarà presentato il Ddl Aiuti per il voto, di fiducia. La possibilità che il Movimento 5 Stelle di Conte si faccia da parte è all’ordine del giorno. La questione, comunque, non sarebbe di numeri. Perché, regolamento alla mano, anche con l’astensione o l’uscita dall’Aula dei pentastellati – di quelli superstiti, tra uscite individuali e scissioni – il governo riuscirebbe ad avere una quantità sufficiente di sostenitori. Ma, stando alle parole del Premier, questo non basterebbe per restare a Palazzo Chigi: “Chiedete al presidente Mattarella, io ho già detto che per me non c’è un governo senza 5s e non c’è un governo Draghi altro che l’attuale”. Quindi, per l’ex governatore della Bce, non solo non ci sarebbe spazio per un governo a maggioranza ridotta, ma neanche per un Draghi bis. Lasciando però l’ultima parola al Presidente della Repubblica. Considerazione non da poco, tenendo a mente non solo i motivi di forma, ma anche il ruolo avuto da Mattarella nel dirigere le varie crisi politiche che si sono succedute nel corso della legislatura. Difficile dire come andrà a finire, eppure una cosa è certa: non tanto l’attuale governo, che potrebbe trovare una strada per andare avanti, quanto questa legislatura, partita a furor di popolo nel segno del cambiamento e finita con un governo tecnico di unità nazionale, è arrivata al capolinea, manca poco. Se non in autunno, in primavera certamente si chiuderà il sipario su un Parlamento nel quale il trasformismo ha superato ogni limite, in particolare proprio nel M5s, partito di maggioranza relativa dal 2018. Nella speranza che la nuova legislatura sia interpretata dalla politica in modo più lineare e coerente, con maggiore rispetto tra programmi ed azioni messe in atto una volta eletti. Draghi, a suo tempo scelto da Mattarella per affrontare i problemi causati dalla pandemia, tra piano vaccinale e Pnrr, ha rivendicato quanto fatto finora, superando il pantano nel quale si era cacciato l’Esecutivo precedente, quello dello stesso Conte, targato 5 stelle e Pd, ed ha annunciato nuovi interventi, per venire incontro alle richieste dei grillini ed anche e soprattutto per tentare di arginare gli effetti devastanti a livello economico-sociale determinati dalla guerra, dalla crisi energetica, dall’inflazione. In quest’ottica gli incontri con le parti sociali. Nuovamente l’Italia si trova in una situazione difficilissima, nella quale sarebbe importante poter contare su una certa stabilità politica. Un Esecutivo di unità nazionale dovrebbe, però, concentrarsi solo sui problemi concreti e trasversali. Solo alla politica, sostenuta dalla sovranità popolare sulla base di un chiaro rapporto di fiducia, spetta infatti un’azione più lungimirante, una visione di futuro, in un segno o nell’altro, in base a chi dovesse vincere le elezioni. Comunque vada, la legislatura è ormai agli sgoccioli.