Inchiesta del The Guardian rivela: «Uber ha fatto pressioni segrete sui governi». Dimostrato che il gigante tecnologico ad oggi da 43 miliardi di dollari (36 miliardi di sterline) ha fatto concorrenza sleale in tutto il mondo

Da un’inchiesta del quotidiano inglese “The Guardian” – pubblicata ieri in Italia da L’Espresso – un sospetto si è trasformato in una scottante verità: «Un’enorme quantità di file riservati ha rivelato la storia di come il gigante tecnologico Uber abbia violato le leggi, ingannato la polizia, sfruttato la violenza contro gli autisti e fatto pressioni segrete sui governi durante la sua aggressiva espansione globale». Sono 124 mila i documenti (cosiddetti «Uber files»), riferibili al periodo 2013-2017, che rivelano i tentativi di fare pressione su Joe Biden, Olaf Scholz e George Osborne (politico britannico), ma non solo. Uber «ha ottenuto l’appoggio di personaggi potenti in Russia, Italia e Germania, offrendo loro preziose quote finanziarie nella startup e trasformandoli in “investitori strategici”», è scritto nell’articolo. Dall’inchiesta – che siamo costretti a sintetizzare (ndr) – emerge il particolare coinvolgimento del presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, ai tempi dei fatti ministro dell’Economia, segretamente in aiuto alle lobby di Uber in Francia, «consentendo a Uber un accesso frequente e diretto a lui e al suo staff». «I dati mostrano come Uber abbia tentato di rafforzare il proprio sostegno corteggiando discretamente primi ministri, presidenti, miliardari, oligarchi e baroni dei media». C’è di peggio: la dirigenza di Uber ha pensato a suo tempo di inviare gli autisti di Uber «in proteste potenzialmente instabili, nonostante i rischi», come strategia mirata ad «”armare” gli autisti e sfruttare la violenza contro di loro per “mantenere accesa la polemica”. «Si trattava di un manuale che, secondo le e-mail trapelate, è stato ripetuto in Italia, Belgio, Spagna, Svizzera e Paesi Bassi». «Quando, nel marzo 2015, uomini mascherati, che si dice fossero tassisti arrabbiati, si sono scagliati contro gli autisti di Uber con tirapugni e martelli ad Amsterdam, i dipendenti di Uber hanno cercato di sfruttare la situazione a loro vantaggio per ottenere concessioni dal governo olandese». Se le opposizioni, che hanno vinto alle ultime elezioni legislative in Francia, stanno attaccando Macron su questo scandalo, anche in Italia si stanno generando in queste ore importanti riverberi sul Governo Draghi, già impantanato in altre questioni: Lega, Fratelli d’Italia e Leu chiedono nuovamente lo stralcio del famigerato art.10 del ddl Concorrenza, all’esame del Parlamento, a sostegno della stessa richiesta fatta dalle sigle dei Taxi italiane al premier Mario Draghi, che lo hanno accusato di aver fatto una legge “su misura” per favorire il colosso californiano.