Ma l’aumento dei costi rischia di compromettere i risultati del 2022

Dopo il forte calo dei consumi registrato nel 2020 rispetto al 2019, nel 2021 il settore della birra è tornato a crescere, passando da 18,9 milioni di ettolitri consumati a 20,8 milioni. È quanto emerge dalle ultime rilevazioni di AssoBirra, diffuse attraverso l’analisi “Birra, tra ripresa e incertezza”, secondo cui i consumi del 2021 sono ancora inferiori a quelli di due anni prima. Bene la produzione, trainata dall’export, salita a 17,6 milioni di ettolitri, in aumento non solo rispetto ai 15,8 milioni del 2020, ma anche rispetto ai 17,3 del 2019. «La fotografia del 2021 della birra in Italia può essere visto come un bicchiere mezzo pieno che racchiude fatti, opinioni e numeri di un comparto che può ma soprattutto vuole crescere nonostante la complessità e l’incertezza», ha commentato il presidente di AssoBirra Alfredo Pratolongo. Incertezza emersa soprattutto in questi primi mesi del 2022. «Anche nell’anno in corso – si legge nel report – la birra in Italia sta riuscendo a mettere a segno risultati positivi, soprattutto in termini di volumi. Tuttavia, gli ingenti rincari di materie prime e utility rischiano di compromettere la ripresa del comparto birrario, faticosamente conquistata dopo la pandemia». «L’attuale tempesta dei costi – ha detto Pratolongo – non sembra essere episodica e può generare effetti inflattivi, perdite di competitività, compromettere la ripresa e fermare gli investimenti da parte dei birrifici, nella distribuzione e nei canali di vendita, cioè lungo tutta la filiera brassicola».