L’Osservatorio del Cerved. Rispetto al 2021 sono undicimila in più, con un aumento del 2%

Sono aumentate del 2% tra il 2021 ed il 2022 le imprese a rischio default, passando dal 14,4% al 16,1% e arrivando a toccare quota 99mila unità. È quanto emerge dall’ultimo Osservatorio Rischio Imprese, in cui il Cerved spiega che a causa questo peggioramento della situazione sono stati «gli eventi esogeni di portata epocale che si sono verificati nel triennio 2020-22», come la pandemia, lo shock delle materie prime e la guerra tra Russia e Ucraina». Nel 2020, ricorda l’analisi, le prospettive incerte legate al diffondersi del coronavirus e la riduzione del giro d’affari per via dei lockdown, portarono ad un peggioramento della probabilità di default delle aziende italiane. Peggioramento che in parte fu mitigato, nel 2021, dalle misure di salvaguardia adottate nel corso dei mesi, con un conseguente rimbalzo dell’attività economica, trainato in parte dalle riaperture e dall’allentamento delle restrizioni, dall’altro dalle aspettative ottimistiche legate Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Nonostante l’ottimismo, nei primi mesi del 2022 è tornato a crescere il pessimismo: i rincari dei prezzi delle materie prime e la guerra in Ucraina, hanno nuovamente frenato la ripresa del Paese. «In questo nuovo scenario – si legge nell’Osservatorio -, i dati sul rischio fotografano un peggioramento delle prospettive delle imprese, accentuato anche da altri fattori – l’inflazione, l’aumento del costo del debito, il phasing out delle misure di sostegno – che aggravano la capacità di tenuta di un sistema già debilitato dal Covid».