Rimane in piedi tutta la questione della riforma previdenziale post Quota 102

Procede non senza difficoltà la procedura che porterà al passaggio dell’Inpgi, l’ente previdenziale dei giornalisti, all’Inps. La legge di bilancio per l’anno in corso, alla luce delle precarie condizioni dei conti dell’istituto previdenziale, ha previsto, come si ricorderà, l’assorbimento dell’Inpgi, una operazione già presa in passato anche con altri enti. In questi giorni, è stato sottoscritto il decreto interministeriale con i criteri per la selezione del personale Inpgi che sarà inquadrato nell’Inps. Si tratta di cento unità al massimo. La vicenda dell’Inpgi rilancia ancora una volta la più complessa vicenda delle regole per andare in pensione. Cgil, Cisl, Uil e Ugl insistono da tempo per l’apertura di un confronto con il governo. Il presidente del consiglio dei ministri, Mario Draghi, però ancora non scopre le carte, pur mantenendo fisso il paletto del sistema contributivo. Di certo, il passaggio da Quota 100 a Quota 102 evidenzia la volontà di stringere rispetto al recente passato, avvicinandosi il più possibile a quelle che sono le regole della Fornero con un innalzamento secco dell’età pensionabile nell’ordine di cinque anni. La riforma del 2011, come noto, punta molto sull’età della persona piuttosto che sull’anzianità contributiva; senza interventi correttivi, nel giro di poco tempo, potrebbero servire più di 43 anni di lavoro effettivo per andare in pensione.