Si teme che le vittime possano aumentare

È di almeno sette morti il bilancio della frana causata domenica pomeriggio dal crollo di un pezzo del ghiacciaio della Marmolada, sulle Dolomiti. Confermata una decina di feriti, mentre non si sa ancora con certezza il numero dei dispersi, ma si teme si tratti di almeno una ventina di persone. Secondo quanto emerso, tra i deceduti tre sarebbero italiani. Le cordate coinvolte si trovavano su un itinerario chiamato Pian dei Fiacconi, mentre il blocco si sarebbe staccato da Punta Rocca, franando sul lato Nord del massiccio. Intervenendo sulla vicenda, il procuratore capo di Trento, Sandro Raimondi, ha detto che si teme che le «vittime aumentino almeno del doppio se non del triplo, visto il numero dei dispersi e il fatto che siano  rimaste parcheggiate 16 auto», aggiungendo che «relativamente alla tragedia» è stato «aperto un fascicolo d’indagine contro ignoti per disastro colposo». «La massa di materiale staccatosi dal ghiacciaio della Marmolada è scesa a una velocità di 300 chilometri l’ora», ha invece spiegato il presidente della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti, citando i tecnici del Soccorso Alpino Trentino, i quali «hanno mappato tutta l’area della montagna in cui si è verificato il crollo del seracco. Una parte consistente del ghiacciaio è ancora attaccata alla montagna: si tratta di un fronte di ghiaccio di 200 metri con un’altezza di 60 metri ed una profondità di 80 metri».