Decine le vittime, Kiev: «Risponderemo». Ma il Cremlino: «I russi colpiscono i depositi militari e di munizioni»

È salito a 20 il numero delle persone uccise a seguito di un attacco missilistico russo nel distretto di Bilhorod-Dnistrovskyi, colpendo edifici residenziali e centri ricreativi, nella regione di Odessa. A riferirlo il servizio di emergenza statale dell’Ucraina, riporta Ukrinform: «Alle 13:30 il bilancio delle vittime è di 20 persone rimaste uccise, mentre 38 sono i feriti». I feriti sono stati ricoverati in ospedale, otto persone sono state salvate, tre delle quali bambini. Oleksiy Arestovich, consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, ha fatto sapere, a seguito dell’attacco, che la Russia non dovrà aspettare molto per la «risposta» delle Forze armate ucraine. Ma come era già avvenuto per il centro commerciale di Kremenchuk, la versione russa differisce da quella di Kiev. Nello specifico, commentando proprio le dichiarazioni delle autorità ucraine, il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha ribadito che «i russi colpiscono i depositi militari, le imprese che equipaggiano e riparano l’hardware militare, i depositi di munizioni, le aree di concentrazione e di addestramento dei mercenari, compresi quelli stranieri, e gli elementi nazionalisti». Intanto le relazioni tra Russia e Bielorussia sono sempre più strette. La pressione politica e sanzionatoria «senza precedenti» da parte dell’Occidente – il pensiero espresso al riguardo dal presidente russo, Vladimir Putin – ha spinto Mosca e Minsk ad accelerare il processo di integrazione tra i due paesi confinanti. Da parte sua, in un videomessaggio ai partecipanti alla sessione plenaria del IX Forum delle Regioni di Bielorussia e Russia, il presidente bielorusso, Alexander Lukashenko, ha affermato che Minsk rimane «concentrata sul dialogo pacifico», nonostante i «vicini occidentali» stiano «portando le truppe della Nato al confine». A proposito di Nato, quest’ultima «è sempre stata alla ricerca di un nemico esterno, in gran parte a causa della necessità di preservare la “raison d’etre” della Nato che – e molti politici e analisti occidentali lo riconoscono – è scomparsa quando l’Organizzazione del Trattato di Varsavia e l’Unione Sovietica hanno cessato di esistere», ha affermato il ministro degli esteri di Mosca, Sergej Lavrov, durante un incontro con gli studenti e il personale docente dell’Università statale bielorussa. Sulla Nato, Lavrov si era espresso già dopo il vertice di Madrid, ritenendo che sta riemergendo una «cortina di ferro» tra la Russia e i paesi occidentali, circostanza che induce Mosca a non fidarsi di Washington e Bruxelles. Spiragli di dialogo diretto tra Putin e Zelensky sembrano ancora lontani. Oggi il portavoce Peskov ha fatto sapere che non era scritto il messaggio del presidente ucraino “inviato” a Putin dal presidente indonesiano Joko Widodo, il quale ieri ha incontrato Putin al Cremlino dopo avere avuto colloqui con Zelensky in Ucraina.