Mosca si ritira dall’isola dei Serpenti, ma per Kiev «le forze armate ucraine hanno cacciato i russi». Sanchez: «Le ambizioni russe non si fermeranno all’Ucraina»

«La Russia è aperta al dialogo sulla stabilità strategica mondiale, il disarmo e il commercio». Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin, in un videomessaggio rivolto ai partecipanti del St. Petersburg International Legal Forum. Nelle ultime ore Putin è tornato a parlare in diverse occasioni, affrontando diverse questioni. A cominciare da quella relativa al Donbass. Secondo Putin, infatti, «le azioni di Kiev nel Donbass sono un genocidio», quindi definite solo come un «crimine contro l’umanità». E a tale proposito aveva anche aggiunto, in Turkmenistan dove è stato per il vertice dei paesi del Mar Caspio, che l’obiettivo della Russia è liberare, appunto, la regione. Oggi Il presidente indonesiano, Joko Widodo, incontra a Mosca proprio Putin. Ieri aveva invece avuto un colloquio con il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, a Kiev, offrendosi come mediatore tra lui e il leader russo. Intanto, le forze russe si sono ritirate dall’Isola di Zmiinyi, conosciuta come l’Isola dei Serpenti. «I russi dicono di aver lasciato l’Isola dei Serpenti come gesto di buona volontà, ma questo è falso. Le forze armate ucraine hanno cacciato i russi», ha però scritto su Telegram, Andriy Yermak, capo dell’ufficio presidenziale ucraino. Capitolo Nato. Dopo l’ok della Turchia all’adesione di Svezia e Finlandia alla Nato, Putin ha osservato che la Russia «non vede alcun problema al riguardo», ma ha anche chiarito che «in caso di posizionamento di infrastrutture militari Nato in Finlandia e Svezia, saremo costretti a rispondere in maniera speculare». «Le ambizioni espansionistiche di Putin non si fermeranno all’Ucraina», ha tuttavia osservato oggi il premier spagnolo Pedro Sanchez, in conferenza stampa all’inizio dell’ultimo giorno del vertice Nato di Madrid. «Riguardano anche le repubbliche baltiche, Polonia, Lituania e altri paesi – ha quindi aggiunto – che stanno bussando alle porte della Nato. Se la Finlandia e la Svezia aderiscono alla Nato non è per animo espansionista, ma perché desiderano difendersi da una minaccia reale, ovvero la Russia guidata da Putin. Secondo il presidente della Lettonia, Egils Levits, la Cina sta «osservando» l’evoluzione della guerra in Ucraina pensando di fare «qualcosa di simile» nell’Indo pacifico. «Se la Russia vince – è il ragionamento espresso a margine del vertice Nato –, questo comporterà una distruzione del diritto internazionale» e la Cina avrà «una motivazione» per intraprendere le proprie azioni dove nutre ambizioni e interessi, come nel caso di Taiwan. Ma per Pechino è la Nato la vera «sfida sistemica alla pace e alla stabilità mondiale: dice di essere un’organizzazione difensiva regionale, ma in realtà continua a sfondare regioni e territori, lanciando guerre ovunque e uccidendo civili innocenti», la risposta del portavoce del ministero degli Esteri di Pechino, Zhao Lijian, alla “minaccia cinese” contenuta nel nuovo Strategic Concept messo a punto dall’Alleanza durante il summit di Madrid.