Covid, nuova ondata ricoveri. Per il 75% dei medici lavoro peggiorato negli ultimi 10 anni

Secondo i dati dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) di ieri e pubblicati oggi, in Italia sale di un punto nell’arco di 24, la percentuale di posti nelle terapie intensive occupata da pazienti con Covid-19, stesso valore di un anno fa, quando girava una variante meno contagiosa. L’Italia, dopo aver goduto di oltre tre settimane di stabilità, torna così al 3% di posti occupati nelle terapie intensive, perché ci sono persone, alcune delle quali vaccinate contro Covid-19, che si ammalano sviluppando una grave polmonite, a causa di alcuni anticorpi “impazziti”. Se la percentuale, a livello nazionale e regionale, resta ampiamente sotto il livello d’allerta e l’occupazione dei posti nelle terapie intensive cresce in Pa Bolzano (2%) e Piemonte (2%), ma cala in Lazio (6%) e Molise (3%), tornano le preoccupazioni. Secondo il presidente della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit), Claudio Mastroianni, intervistato dall’Adnkronos «ci aspettavamo un aumento dei casi che fortunatamente sono meno gravi rispetto ai due anni precedenti. Ora però, aumentando il numero dei contagi tra i fragili e anziani, saliranno anche i ricoveri e una pressione sulle strutture ospedaliere ci sarà e tenderà ad aumentare». Ospedali e personale sanitario sono sempre in prima linea, cosa è cambiato, nel frattempo, dopo due anni di emergenza? Sostanzialmente nulla. Lo sa anche il ministro della Salute, Roberto Speranza, che oggi ha detto «è tempo di riforme, è la madre di tutte le battaglie», «il tetto alla spesa del personale è una “camicia di forza”». Sbrighiamoci, allora, visto che continuano ad arrivare allarmi sulla insostenibilità delle condizioni di lavoro dalle sigle sindacali degli infermieri e dei medici. Ultima, quella di oggi, dell’Anaao Assomed, secondo la quale per il 69% dei medici la professione è «faticosa» e per il 75% è peggiorata negli ultimi 10 anni. Le cause? L’aumento, per il 77% dei professionisti, dei carichi di lavoro sia per carenze di personale che organizzative denunciato, secondo un sondaggio sulle condizioni di lavoro realizzato dall’Anaao-Assomed, l’Associazione dei Medici Dirigenti, in occasione del suo 25° Congresso Nazionale.
Molti professionisti lamentano una retribuzione insoddisfacente a fronte di un enorme impegno, malessere amplificato dalla difficoltà di crescita professionale e prospettive di carriera. Per il 77% degli intervistati, infatti, è inesistente il riconoscimento professionale ed è una realtà, anche la differenza retributiva fra uomini e donne.