Ma per Kiev è stato un «atto terroristico spudorato». Il Cremlino: la guerra può finire «prima della fine della giornata odierna» se unità nazionaliste si arrendono

Per il ministero della Difesa russo un missile di precisione ha colpito un deposito in cui erano stoccate armi inviate dagli Stati Uniti e dall’Europa provocando un incendio che poi si è propagato al vicino centro commerciale che ieri, secondo Mosca, «era chiuso». La versione ucraina, però, è che la Russia, nella serata di ieri, abbia colpito con due missili il centro commerciale nella città di Kremenchuk al cui interno c’erano oltre mille persone, con un bilancio (provvisorio) di oltre 20 morti e più di 50 feriti. Un attacco che il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha definito un «atto terroristico spudorato». Un totale di 36 persone, invece, risulta disperso. L’obiettivo colpito non costituiva un «pericolo per l’esercito russo» e non aveva «valore strategico», ha denunciato ancora Zelensky. Intanto le forze armate ucraine hanno respinto gli attacchi russi in diverse zone sul fronte del Donbass, mentre continuano i combattimenti attorno alla città di Lysychansk. Secondo l’ultimo aggiornamento dell’intelligence del ministero della Difesa di Londra, la Russia avrebbe lanciato «ondate insolitamente intense di attacchi» in Ucraina negli ultimi giorni, con l’impiego di missili a lungo raggio «concepiti per colpire obiettivi di importanza strategica». Mentre la Cnn, citando funzionari della Casa Bianca, ha riferito di dubbi dell’amministrazione statunitense sulle possibilità di vittoria di Kiev, il portavoce del ministero degli Esteri cinese Zhao Lijian, alla vigilia del summit di Madrid della Nato, ha osservato che l’Alleanza, «come prodotto della Guerra fredda e della più grande alleanza militare del mondo, ha aderito a lungo a concetti di sicurezza obsoleti ed è diventata da tempo uno strumento per i singoli paesi per mantenere l’egemonia». «Il cosiddetto nuovo documento strategico della Nato – ha quindi aggiunto – non è altro che “vecchio vino in bottiglia nuova”. In sostanza non cambia la mentalità della Guerra fredda di creare nemici immaginari e impegnarsi in scontri sul campo». Sul fronte diplomatico, infatti, la situazione resta incandescente. La posizione del Cremlino, a detta del portavoce Dmitry Peskov, è che la guerra in Ucraina può finire «prima della fine della giornata odierna» se Kiev ordina alle sue «unità nazionaliste di deporre le armi». Ma da parte sua Zelensky sostiene che «la Russia deve essere riconosciuta come uno Stato sponsor del terrorismo», mentre dal G7, il cancelliere tedesco, Olasf Scholz, ha ribadito che l’organizzazione «è al fianco dell’Ucraina in modo incrollabile». Il G7, infine, esorta proprio la Cina a «fare pressione sulla Russia affinché cessi la sua aggressione militare e ritiri immediatamente e incondizionatamente le sue truppe».