I messaggi dell’Istituto non superano le riserve del sindacato sulla norma

Ad ogni giorno che passa quella che, a prima vista, poteva sembrare una misura di facile applicazione, si dimostra, nella realtà, qualcosa di estremamente contorno che rischia di escludere le fasce più deboli e di trattare in maniera difforme casi simili, nonostante il dettato costituzionale opposto. Si torna a parlare del bonus 200 euro che, seppure con tutti i suoi limiti, potrebbe rappresentare un sostegno economico importante nel momento di particolare difficoltà che stiamo vivendo a causa degli effetti della guerra russo-ucraina. A conti fatti, 200 euro rappresentano una maggiore disponibilità mensile del 10% nella peggiore delle ipotesi, ma che può arrivare anche al 30% per chi magari è in part time. Già in sede di audizione, l’Ugl prima e poi la Cgil avevano evidenziato una serie di incongruenze nel testo che rischiavano di lasciare fuori una vasta platea di lavoratori e di lavoratrici. Ora sul tema torna anche l’Inps con due messaggi a stretto giro di posta, il 2397 e 2505, a dimostrazione delle tante perplessità attuative che la norma sta generando. Tutto questo succede a pochi giorni da quella che è la data prevista per l’erogazione dell’indennità una tantum e mentre il governo è alle prese con un secondo intervento più strutturato per i prossimi mesi. Le ipotesi avanzate finora, però, potrebbero essere superate dagli eventi vista la richiesta di taglio del cuneo fiscale.