L’esercito ucraino si ritira da Severodonetsk. Mosca sul riconoscimento dello status di candidato UE per Ucraina e Moldavia: «Affare interno dell’Europa»

L’UE e la Nato? Come Hitler. Da Baku, capitale dell’Azerbaigian, il ministro degli Esteri russo, Serghej Lavrov, ha proposto un tale paragone in riferimento all’Unione europea e all’Alleanza atlantica che suo dire starebbero mettendo insieme una coalizione per fare «una guerra alla Russia». Anche Adolf Hitler, il suo ragionamento, allo scoppio della Seconda guerra mondiale «riunì un numero significativo di paesi europei sotto le sue insegne per una guerra contro l’Unione Sovietica». Ma le reazioni russe si attendevano piuttosto alla notizia delle candidature di Ucraina e Moldavia, annunciate nella serata di ieri, all’ingresso nell’UE. Per il momento, sul tema, Mosca non sembra mostrare segnali particolarmente agitati. Secondo lo stesso Lavrov la decisione dei Ventisette che hanno accolto la richiesta di Kiev – ma ci vorrà del tempo prima che l’iter di adesione possa essere completato – non pone alcuna minaccia nei confronti della Russia. E anche il Cremlino ha derubricato l’intera faccenda ad una mera questione «interna» degli europei, precisando che i rapporti tra UE e Russia hanno già toccato il fondo. L’Ucraina, tramite il presidente Volodymyr Zelensky, l’ha definito un «momento storico», mentre il cancelliere tedesco Olaf Scholz, tra gli altri, lo considera un passo in avanti. «Abbiamo anche discusso dei Balcani occidentali e degli aspiranti Stati membri. Tutti e sei possono contare sul sostegno tedesco», ha poi precisato Scholz parlando con i giornalisti. Per quanto riguarda l’importante capitolo della crisi del grano, il ministro della Difesa turco, Hulusi Akar, ha fatto sapere che è stato trovato un «consenso generale» tra le parti per sbloccare l’esportazione di grano dai porti dell’Ucraina: «È stato raggiunto un consenso generale sulla creazione di un centro a Istanbul per le operazioni e la gestione sicura e ininterrotta di questa attività da parte di soldati turchi, russi e ucraini insieme, oltre che con l’Onu. Nei prossimi giorni ci potrebbero essere sviluppi positivi e si potranno adottare misure concrete». Sul terreno, il governatore dell’oblast di Lugansk, Sergey Gaidai, ha annunciato che le truppe ucraine «dovranno essere ritirate» dalla città di Severodonetsk: «Le posizioni difensive che ancora erano in piedi sono state ridotte in pezzi. E rimanerci non ha senso, il numero di morti tra i nostri soldati continua a crescere». Sul fronte diplomatico, infine, la Russia ritiene che sia impossibile tenere consultazioni bilaterali programmate per il prossimo futuro con gli Stati Uniti, ha riferito la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, come riporta la Tass. «La parte russa – ha spiegato– ritiene che sia oggettivamente impossibile tenere consultazioni di esperti russo-americani su questioni “irritanti” bilaterali pianificate per il prossimo futuro, soprattutto perché Washington ha moltiplicato questa “irritazione” con le sue azioni».