Aumenta il pessimismo. L’indice è sceso a 98,3 punti dai 102,7 di maggio

A giugno l’Istat ha registrato «un’evoluzione negativa» dell’indice che misura il clima di fiducia dei consumatori, arrivato a toccare il valore minimo da novembre 2020: 98,3 punti, contro i 102,7 del mese precedente. Entrando nel dettaglio delle componenti, l’Istituto «segnala un diffuso peggioramento di tutte le variabili che entrano nel calcolo dell’indicatore ad eccezione di quelle riferite al risparmio (opportunità di risparmiare nella fase attuale e possibilità di risparmiare in futuro)». Per il clima economico l’indice è passato da 103,6 a 93,9, per quello personale da 102,4 a 99,8, per quello corrente da 104,6 a 97,9 e per quello futuro da 99,8 a 98,8. Peggiorano notevolmente i giudizi sulla situazione economica dell’Italia (da -75,8 a -107,3) e più lievemente le attese (da -60,8 a -61,5), così come anche i giudizi e le attese sulla situazione economica della propria famiglia (rispettivamente da -35,9 a -40,5 e da -23,9 a -25,9). In aumento anche il pessimismo riguardo i giudizi sul bilancio famigliare (da 19 punti a 16,2%) e l’opportunità attuale all’acquisto di beni durevoli (da -63,8 a -87,3). Per quanto riguarda invece le imprese, le rilevazioni dell’Istat mostrano un miglioramento del clima di fiducia. In questo senso l’indice generale è salito a 113,6 punti dai 111 di maggio, riflettendo il miglioramento della clima di tutte le tipologie di imprese considerate dall’indagine. Tra le imprese manifatturiere l’indice è salito a 110 punti dai 109,4 del mese precedente, tra quelle di costruzione è salito a 159,7 punti da 158,7, tra quelle dei servizi di mercato a 109,1 da 103,8, mentre tra quelle del commercio al dettaglio è passato da 105,8 punti a 107,2.