Per l’esponente forzista, le due misure «distruggono il mercato del lavoro»

Il ministro della pubblica amministrazione, Renato Brunetta, sferra un durissimo attacco alle due misure bandiera del Movimento 5 Stelle, vale a dire il reddito di cittadinanza e il salario minimo imposto per legge. Secondo uno degli esponenti di punta di Forza Italia, le due misure «distruggono il mercato del lavoro». In sintesi, per Brunetta, il reddito di cittadinanza è un fortissimo disincentivo alla ricerca di un lavoro, come stanno sperimentando sulla loro pelle migliaia di aziende in difficoltà per reperire personale, mentre la previsione di una paga base oraria minima per legge finirebbe per assestare un duro colpo alla contrattazione collettiva. La posizione di Brunetta non è nuova, in quanto è da tempo che il centro-destra, sia di governo che di opposizione, è critico rispetto ai due strumenti. Del resto, pur con toni molto diversi, anche le parti sociali hanno sollevato perplessità sui due punti. Cgil, Cisl, Uil e Ugl, pur sostenendo la necessità di avere uno strumento di contrasto alla povertà assoluta, hanno da tempo posto l’attenzione sulla incapacità dei centri per l’impiego di accompagnare le persone verso il lavoro, per mancanza di personale e per la ridotta partecipazione delle imprese. È, però, soprattutto sul salario minimo orario per legge che sindacati e associazioni datoriali sembrano viaggiare sullo stesso binario a sostegno della contrattazione collettiva.