Corruzione: Italia al 42° posto nella classifica sulla trasparenza. Lo si legge nella relazione sull’attività svolta nel 2021 dall’ANAC, presentata oggi alla Camera dal presidente dell’Authority Giuseppe Busia

«In un anno l’Italia ha scalato dieci posizioni nella classifica di Transparency International: secondo i dati dell’indice della percezione della corruzione 2021 siamo al 42° posto su una classifica di 180 paesi. L’anno precedente l’Italia occupava il 52° posto. L’indice di Percezione della Corruzione di Transparency International misura la percezione della corruzione nel settore pubblico e nella politica in numerosi Paesi di tutto il mondo». Così è scritto nella relazione sull’attività svolta nel 2021 dall’ANAC, presentata oggi alla Camera dal presidente dell’Authority, Giuseppe Busia.
«Lo fa basandosi sull’opinione di esperti e assegnando una valutazione che va da 0, per i Paesi ritenuti molto corrotti, a 100, per quelli “puliti”: il punteggio dell’Italia nel 2021 è 56, ben tre punti in più rispetto al 2020. L’andamento è positivo dal 2012: in dieci anni abbiamo guadagnato 14 punti. La media dei paesi dell’Europa occidentale è di 66 punti. I paesi meno corrotti del mondo secondo l’indice di Transparency sono la Danimarca, la Finlandia e la Nuova Zelanda con 88 punti. I più corrotti Marocco, Guyana, Colombia, Etiopia e Kosovo con 39 punti».
«L’Italia ha fatto importanti passi avanti. Lo dico con orgoglio, ma anche con responsabilità, perché questo ci impegna a proseguire il cammino», ha dichiarato il presidente dell’Authority, Giuseppe Busia. «L’obiettivo della trasparenza deve essere prioritario per il Paese, specie – ha poi aggiunto – in questa fase importante di realizzazione dei progetti del Pnrr. È l’elemento chiave per far sì che la ripresa dell’Italia sia duratura, e non si fermi al 2026. La prevenzione della corruzione va coniugata con efficienza della pubblica amministrazione». Diversamente da quanto in molti sostengono, «gli ingenti investimenti legati al Pnrr rappresentano una sfida anche per il rispetto della legalità e della correttezza amministrativa, e che l’attuazione delle sue riforme deve essere utilizzata come una irripetibile occasione per creare, nella società, efficaci anticorpi, non solo contro la corruzione, il malaffare e gli obiettivi della criminalità organizzata, ma anche contro la logica del piccolo favore, della mortificazione del merito e della preposizione dell’interesse individuale a quello collettivo».