Con il dibattito “Reti per lo sviluppo. L’interconnessione sostenibile” ritengo che oggi siamo riusciti, come sindacato Ugl, nel nostro intento e cioè non soltanto essere “trade d’union” tra politica, imprese e sindacato nell’analisi di specifici temi, ma anche essere un’Organizzazione sindacale che ha interesse a valutare i sistemi e i problemi che l’Italia ha di fronte a sé. Ci candidiamo a essere quella organizzazione sindacale che nel suo “core business” ha all’80% la difesa degli interessi e dei diritti dei lavoratori e al 20% l’obiettivo di influenzare i decisori e i player dei vari sistemi che andiamo via via ad analizzare in quanto strategici per il nostro Paese. Lo abbiamo già fatto il tema della “indipendenza energetica”, ancora prima che deflagrasse in tutta la portata che oggi purtroppo ben conosciamo e con cui quotidianamente come cittadini e lavoratori combattiamo, e lo faremo ancora una volta tra qualche mese con l’altrettanto strategico e vasto tema della “produzione industriale”.
Oggi, come sindacalisti, ci siamo confrontati con politici e imprenditori, scelti ad hoc per la loro comprovata esperienza sul campo, sulla mobilità integrata e sulla sostenibilità. Vogliamo essere parte del futuro sia dei vari segmenti che compongono il mondo dei Trasporti sia contribuire ad un modello di sviluppo del Paese, ormai improcrastinabile, alla luce dei processi di transizione energetica e digitale in atto. La transizione energetica e digitale, infatti, si sta avviando sempre più rapidamente ed è certamente un bene, qualcosa di auspicabile. Ma la scelta della Commissione Europea di tagliare il 55% delle emissioni di gas entro il 2033 e arrivare nel 2050 a emissioni zero avrà un impatto significativo sulla nostra società e, in particolare, sulle reti dei trasporti. Un impatto che, a nostro avviso, non è stato valutato attentamente. In Europa, si sta andando verso la rete unica di cielo e di terra e anche il trasporto nelle grandi città sta mutando. Dunque, anche l’Italia andrà, anzi deve andare in questa direzione. Ma è pronta alla sfida? In questa prospettiva, non solo è fondamentale investire sulla rete infrastrutturale, considerato che lo sviluppo dell’Italia è legato indissolubilmente al nuovo modello di mobilità integrata delle infrastrutture e, di nuovo, all’ecosostenibilità, ma lo è altrettanto sfruttare appieno, e su questo purtroppo permangono molti dubbi, le risorse stanziate dal Pnrr, un’opportunità epocale per accelerare i processi, rilanciare l’occupazione e rafforzare la coesione nazionale. Una sfida epocale che tutti gli attori economici e sociali, a partire dalle forze politiche e dai sindacati, sono chiamati ad affrontare con responsabilità e spirito di collaborazione nell’interesse del Paese.

di Francesco Paolo Capone – Segretario Generale UGL