Il Consiglio nazionale pentastellato non espelle il titolare della Farnesina e nega di aver messo in discussione «la collocazione dell’Italia» nell’Alleanza atlantica e nell’Ue

Quello che si sta consumando all’interno del Movimento 5 stelle, ad un passo dall’implosione, potrebbe essere uno scontro che ne deciderà il futuro, a pochi mesi dalle elezioni politiche. Al Consiglio nazionale convocato ieri sera non sono bastate quattro ore di confronto per prendere una decisione sull’espulsione dal movimento (ipotesi ventilata nella giornata di domenica) del ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, coinvolto la scorsa settimana in un botta-e-risposta dai toni accesi con il presidente del M5s, Giuseppe Conte (tra i due i rapporti sono incrinati ormai da tempo). All’ex premier, Di Maio ha contestato la linea ondivaga del M5s verso l’azione di governo – «Non si può criticare il governo un giorno sì e l’altro no» –, in particolare sulla crisi ucraina. Insieme alla Lega, il M5s è tra i sostenitori dello stop al sostegno militare al governo ucraino, in favore di un maggiore impegno diplomatico come soluzione alla guerra (sforzi che comunque non sono mancati da parte del presidente del Consiglio, Mario Draghi, tra i leader europei più attivi in questo senso). Linea ribadita esplicitamente nella bozza di risoluzione stilata da una parte dei senatori del M5s, in vista del voto che si terrà in Aula a palazzo Madama domani, dopo le comunicazioni del premier sul Consiglio Ue del 23 e 24 giugno. Nella bozza si chiede espressamente di «non procedere, stante l’attuale quadro bellico in atto, a ulteriori invii di armamenti». Secondo Di Maio, così facendo, il M5s sta chiedendo il disallineamento «dall’alleanza della Nato e dell’Ue», mettendo «a repentaglio la sicurezza dell’Italia». Un’accusa che il Consiglio nazionale ha respinto al mittente, definendo le parole del ministro degli Esteri «inveritiere e irrispettose della linea di politica estera assunta» dal Movimento, «che mai ha posto in discussione la collocazione del nostro Paese nell’ambito» dell’Alleanza atlantica e dell’Unione europea. Dichiarazioni che «sono suscettibili di gettare grave discredito sull’intera comunità politica del M5s, senza fondamento alcuno». «Siamo arrabbiati e delusi. Non riesco a comprendere che il ministro degli esteri Di Maio attacchi su delle posizioni rispetto alla Nato e all’Europa che nel Movimento non ci sono e non se ne dibatteva prima», ha commentato il presidente della Camera, Roberto Fico, intervenendo nel dibattito. Che il titolare della Farnesina ha deciso di non alimentare ulteriormente, evitando repliche: «Il ministro Di Maio non replicherà a nessuno degli attacchi che sta ricevendo in queste ore», ha detto il portavoce del titolare della Farnesina, sottolineando che «c’è un limite a tutto, ciononostante non si può indebolire il governo italiano davanti al mondo che ci osserva, in una fase così delicata».