Francia, elezioni legislative: il Rassemblement National passa da 8 a 89 seggi. Le Pen eletta deputata con oltre il 60% delle preferenze. Due mesi dopo la riconferma all’Eliseo, a rischio i progetti di riforma di Macron. In primis, le pensioni

Nessuno prova a ridimensionare la portata epocale del secondo turno delle elezioni legislative francesi, celebrate nel fine settimana: la vera sorpresa è il Rassemblement national di Marine Le Pen (eletta deputata con oltre il 60% delle preferenze) che da 8 deputati è passato a 89. L’altro risultato eclatante è che i 245 seggi (su 577) conquistati dalla coalizione del presidente, Emmanuel Macron, non solo è ben lontana dai 289 seggi necessari per la conquista della maggioranza assoluta, ma non ha più una sua maggioranza su cui contare. Visto che la sinistra riunita nella “Nuova unione popolare ecologica e sociale”, che si contrappone a Macron tanto quanto il Rassemblement National, è la prima forza d’opposizione con i 133 seggi, a cui vanno aggiunti i 20 della divers gauche. L’alleanza tra Republicains, il partito di Nicolas Sarkozy, che ha fatto campagna per Macron, e l’Unione dei democratici e degli indipendenti, pur avendo evitato la debacle, con la vittoria in 64 circoscrizioni, ne ha persi 75, soprattutto nel centro della Francia e nell’ovest di Parigi. Risultati del secondo turno, assolutamente senza precedenti e che sollevano molti dubbi sulla possibilità di Emmanuel Macron di poter governare e far passare le riforme promesse, in particolare quella sulle pensioni. Va sottolineato anche il tasso di astensione che è stato pari al 53,77%, in aumento rispetto al 52,49 del primo turno. Da un punto di vista territoriale, il partito di Marine Le Pen si è affermato nel Nord, nell’Est e, inaspettatamente, in Nuova Aquitania. Nelle grandi città, invece, continua a essere assente, con l’eccezione di un distretto di Marsiglia e di una parte della periferia di Parigi. La “Nuova unione popolare ecologica e sociale” si rinforza considerevolmente nell’est della capitale, nella sua banlieue proche e nei territori d’oltremare. La maggioranza presidenziale si conferma forte nell’ovest dell’Esagono, ma perde 105 deputati in cinque anni. Nel 2017, infatti, la sola Republique en Marche aveva ottenuto 308 seggi, contro i 245 dell’intera Ensemble di questo scrutinio. Ora Emmanuel Macron si ritrova “intrappolato” tra due forti e agguerriti partiti di opposizione, sia a destra sia a sinistra, e dovrà contare sui voti dei repubblicani per raggiungere la maggioranza assoluta.
Forse non sarà una maggioranza del tutto ingovernabile, ma come ammesso candidamente dal ministro dell’Economia, Bruno Le Maire, ci vorrà «molta fantasia» per governare in questa «situazione senza precedenti». Marine Le Pen lascia la presidenza del Rassemblement National al presidente ad interim Jordan Bardella, per guidare il gruppo in Parlamento. Adesso può candidarsi ad essere la leader dell’opposizione all’Assemblea.