Della necessità di creare «convergenze fra Fondi, regioni e territori» ha parlato, nel suo intervento durante il convengo di presentazione del Rapporto FondItalia all’Ara Pacis di Roma, il presidente Francesco Franco, che ha sottolineato i numeri dell’Ente nel corso di 13 anni di attività: oltre 4.700 progetti approvati e finanziati, per un importo totale di oltre 59 milioni di euro, più di 750mila lavoratori aderenti e quasi 142mila imprese provenienti da tutti i comparti. Nel biennio 2020-2021, il contributo approvato ed erogato dal Fondo è stato di oltre 22 milioni e mezzo, grazie ai due Avvisi pubblicati con l’obiettivo di promuovere la crescita e la qualificazione professionale dei lavoratori a supporto dello sviluppo e dell’innovazione nelle imprese. «Serve un nuovo patto fra capitale e lavoro» ha detto nel suo intervento il segretario generale di Ugl Francesco Paolo Capone, auspicando un maggior dialogo fra le Parti sociali che diventi finalmente «sistema». Mentre il presidente di FederTerziario, Nicola Patrizi, ha sottolineato, a proposito delle disponibilità economiche concesse dai vari canali, come in tema di politiche attive serva «mettere insieme tutti gli attori, quindi agenzie, enti di formazione, il pubblico, altrimenti c’è il rischio che tutta quella mole di risorse a disposizione non venga mai utilizzata». «Che la formazione costante e continua sia percepita dalle imprese come strumento fondamentale per la ripresa economica del Paese lo dicono i numeri: nel biennio della pandemia, sono stati approvati oltre 1.400 progetti formativi, con una tendenza alla crescita rispetto al quinquennio precedente – sottolinea Egidio Sangue, direttore e vicepresidente di FondItalia –. L’indagine condotta dall’Inapp nel 2021, che ha certificato che un italiano su due ha competenze obsolete e che solamente il 25% fa formazione, evidenzia che i margini di intervento sono ancora molto ampi. Inoltre, l’accelerazione di digitalizzazione, automazione, riorganizzazione delle mansioni, frutto della pandemia e della crisi economico-sociale derivata, e l’impegno relativo all’indirizzo e alla gestione di grandi risorse economiche – Pnrr e Programma Gol – hanno messo in evidenza come l’implementazione di un sistema per le politiche attive sia oggi fra le più urgenti priorità del Paese. Dobbiamo partire da qui e dalle grandi opportunità che ci attendono sul piano economico e degli investimenti per realizzare politiche attive che possano concretamente realizzare un’idea di lavoro dignitoso e sicuro di cui l’intero Paese ha bisogno e necessita» ha concluso Sangue.