Nuova provocazione dell’ex presidente russo. Stoltenberg (Nato): «Mi aspetto che gli alleati annuncino nuovi sostegni a Kiev, comprese le armi»

L’ex presidente e attuale vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, Dmitri Medvedev, è tornato oggi a provocare su Telegram: «Solo una domanda: chi ha detto che l’Ucraina tra due anni esisterà ancora sulla mappa del mondo?». Al di là delle parole, certamente preoccupanti, la versione ufficiale di Mosca è che «la Russia è pronta per negoziati con l’Ucraina, ma – è il chiarimento del viceministro degli Esteri russo, Serghey Ryabkov, citato da Ria Novosti – se il presidente Volodymyr Zelensky non li vuole, questa è una sua scelta». La posizione del presidente francese, Emmanuel Macron, il quale ha parlato alle truppe francesi in Romania, è che a un certo punto «il presidente ucraino dovrà negoziare con la Russia e noi, europei, saremo attorno a quel tavolo». Da parte sua Volodymyr Zelensky, però, è tornato a chiedere armi ai paesi che sostengono Kiev. Gli Stati Uniti potrebbero muoversi in questo senso, preoccupati per la situazione in cui si trovano le truppe ucraine al momento, ha fatto sapere il segretario di Stato, Antony Blinken. E sempre Ryabkov, stavolta citato dalla Tass, ha ribadito che gli Usa «stanno giocando con il fuoco». Ad ogni modo, ha detto Jens Stoltenberg, segretario generale della Nato, in conferenza stampa, «mi aspetto che gli alleati annuncino nuovi sostegni all’Ucraina, comprese le armi, sia pesanti che sistemi a lungo raggio». «Oggi – ha spiegato– si riunisce alla Nato anche il gruppo di contatto di supporto per l’Ucraina guidato dagli Stati Uniti per discutere dell’urgenza dell’Ucraina di avere equipaggiamento militare. E ringrazio gli Stati Uniti per la loro leadership e coordinamento». Nel frattempo l’esercito russo ha affermato di aver distrutto un magazzino di armi consegnate dalla Nato nell’Ucraina occidentale. «Gli obiettivi di Putin – ha rimarcato ancora Stoltenberg – vanno oltre l’Ucraina. Lo ha dichiarato nelle sue proposte avanzate agli Stati Uniti e agli alleati lo scorso dicembre in cui vietava l’allargamento della Nato e il ritiro della presenza delle nostre truppe e nelle nostre infrastrutture dai paesi che si sono uniti alla Nato dal 1997. Se avessimo accettato quelle condizioni avremmo violato il principio fondativo secondo cui ogni paese sceglie il proprio percorso e quindi avremmo chiuso le porte ad esempio a Finlandia e Svezia». Oggi, nel giorno del suo compleanno, il presidente cinese Xi Jinping ha avuto un colloquio telefonico con il suo omologo russo, Vladimir Putin, come ha riferito il network statale cinese Cctv. «Tutte le parti dovrebbero spingere per una soluzione adeguata della crisi ucraina in modo responsabile», la posizione di Pechino.