Il leader della Lega osserva che dopo le parole di Medvedev «non ci sono le condizioni», ma assicura ulteriore impegno per la pace

Dopo le parole del vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo ed ex presidente della Federazione russa, Dmitry Medvedev, «non ci sono le condizioni in questo momento» per andare a Mosca. Così il leader della Lega, Matteo Salvini, a Radio Capital esclude (momentaneamente) la possibilità di un viaggio in Russia per negoziare la pace. Il riferimento è alle dichiarazioni di ieri su Telegram rilasciate da Medvedev, parlando di chi si oppone alla Russia, senza citare esplicitamente qualcuno: «Mi viene spesso chiesto perché i miei post su Telegram sono così duri. La risposta è che li odio. Sono bastardi e imbranati. Vogliono la nostra morte, quella della Russia. E finché sono vivo, farò di tutto per farli sparire». «Le parole di odio sono inaccettabili e da rispedire al mittente. C’è bisogno di parole di pace e di chiedere il disarmo e il cessate fuoco», ha commentato Salvini. Che poi non ha risparmiato qualche frecciatina a chi lo ha criticato, anche soltanto per avuto l’idea di intraprendere un viaggio verso Mosca o per aver avuto dei contatti con l’ambasciatore russo in Italia, Sergey Razov: «È incredibile che il problema sia Matteo Salvini e i suoi tentativi per la pace e non i morti». «La pace è urgente per salvare vite in Ucraina e posti di lavoro in Italia», ha aggiunto Salvini, che ha assicurato: «Come Lega lavoreremo a documento di tutta la maggioranza che abbia al centro il dialogo, la diplomazia, la pace e il cessate il fuoco». La guerra ha ripercussioni globali, non solo in Europa: «Continuo a lavorare sulla via della pace anche perché c’è mezzo continente africano che rischia di morire di fame senza grano russo e ucraino». Ed è proprio il grano ucraino al centro di un confronto serrato tra i diversi attori internazionali coinvolti. Italia inclusa. «Assistere l’Ucraina nell’esportazione dei milioni di tonnellate di grano e generi alimentari attualmente bloccati nei suoi silos è un’emergenza», ha detto il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, che alla Farnesina ha ospitato oggi il Dialogo Ministeriale Mediterraneo sulla Crisi Alimentare (presenti 24 Paesi dell’area mediterranea, i rappresentanti di 7 organizzazioni internazionali interessate e il direttore generale della Fao, Qu Dongyu). «L’Italia sostiene gli sforzi dell’Onu e dell’Ue per affrontare questo problema e ringrazia la Presidenza tedesca del G7 per il suo impegno. Continueremo a contribuire attivamente a tutti gli sforzi internazionali per trovare una soluzione», ha assicurato Di Maio.