Ucraina, Salvini: «Viaggio a Mosca, da lunedì tutto è possibile». «Continuo a lavorare per la pace, perché non è un mio diritto ma un mio dovere»

«Continuo a lavorare per la pace, non è un mio diritto ma un mio dovere, sto parlando con russi, turchi cinesi, americani e continuo a farlo». Così il leader della Lega, Matteo Salvini, sottolineando a Mattino Cinque che «alla sola idea» del viaggio a Mosca dalla sinistra «hanno minacciato inchieste e accuse». Il viaggio non c’è stato, ma Salvini non esclude un ripensamento – «Fino a domenica mi occupo di Italia, da lunedì prossimo tutto è possibile» (evidente il riferimento al voto di domenica in circa mille comuni e per il referendum sulla Giustizia: «C’è un clima di censura, un bavaglio e un furto di democrazia che è una vergogna internazionale») –, accusando d’immobilismo Matteo Renzi e Luigi Di Maio: «Chiacchierano, mi criticano, ma non muovono un dito». Nel pomeriggio Salvini ha incontrato la Stampa Estera, a Roma. Inevitabile le domande sulla guerra in Ucraina: per il 21 giugno, giorno per il quale sono previste le comunicazioni al Parlamento del premier Mario Draghi sull’invasione russa, «mi rifiuto di pensare che qualcuno voglia usare questo momento per dividere e litigare, confido che ci sia un documento comune con prevalenza sulla pace», ha detto Salvini, anticipando le sue prossime mosse. «Individuerò un gruppo di due o tre persone della Lega, che lavorino per un documento di tutta la maggioranza, con Pd, Forza Italia, M5s, Renzi, e chiunque, per arrivare a un documento comune, per noi i focus sono dialogo e diplomazia. Ad oggi il documento sulle armi non c’è», ha concluso.