100 giorni di guerra e la pace è ancora lontana. L’invasione russa del territorio ucraino è iniziata lo scorso 24 febbraio, ora la Russia ha occupato un quinto del Paese

Il costante peggioramento delle relazioni fra Russia e Ucraina si è materializzato in un percorso a tappe iniziato nel 2014 con l’Euromaidan e l’annessione della Crimea, dopo un referendum per l’indipendenza giudicato illegale dalla comunità internazionale per la presenza delle forze armate russe sul territorio. Poi negli anni seguenti le ostilità si sono accentuate con la presenza di separatisti filorussi nell’area più orientale dell’Ucraina, il Donbass, dove si è verificata una vera e propria guerra civile, e coi timori del Cremlino per una possibile adesione dell’Ucraina alla Nato. Infine il precipitare degli eventi con il riconoscimento da parte della Russia delle due autoproclamate Repubbliche indipendenti di Doneck e Lugansk. E, 100 giorni fa, il 24 febbraio, è scoppiato il conflitto vero e proprio tra Russia ed Ucraina, con l’invasione da parte delle truppe di Mosca. Una guerra in Europa fra due Stati sovrani, come non accadeva dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, in aggiunta con la presenza fra i belligeranti di una superpotenza nucleare come la Russia. Poi il netto schieramento di quasi tutto il mondo accanto al Paese attaccato e l’invio da parte dell’Occidente di aiuti, anche sotto forma di armi, all’Ucraina per contrastare l’invasione. Finora il conflitto ha provocato, in base a dati dell’Unhcr, almeno 4 mila vittime civili, ed altrettanti feriti fra la popolazione ucraina. Difficile il conteggio delle vittime militari, data la propaganda di guerra. Si stimano perdite, fra i russi, di circa 28mila soldati, ma sono solo 1.300 le morti confermate da Mosca; per quanto riguarda i militari ucraini, il governo dichiara tra i 2,5 ed i 3mila morti. Circa 14 milioni gli sfollati, otto all’interno del Paese, sei rifugiatisi all’estero, Italia compresa, che al momento accoglie circa 116mila profughi ucraini. Il tutto senza considerare gli aspetti economici, tra crisi energetica ed alimentare, di questi 100 giorni di guerra in Ucraina.

La Russia avanza nel Donbass: «Successo tattico». Così l’intelligence britannica, ma rispetto ai piani iniziali «nessuno degli obiettivi strategici è stato raggiunto». Medvedev: «Pronti a dialogo su tutte le questioni, ma deve essere rispettoso»

La guerra in Ucraina arriva al suo centesimo giorno e al momento, spiragli di pace, non se ne vedono. Anche se una timida apertura in questo senso, dopo la possibilità di incontro Putin-Zelensky a determinate condizioni ventilata nelle scorse ore dal Cremlino, arriva dal vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, Dmitry Medvedev, in un’intervista esclusiva ad Al Jazeera, riportata dall’agenzia russa Interfax. A suo dire, infatti, la Russia è pronta a «condurre un dialogo su tutte le questioni, ma deve essere rispettoso e deve tenere conto della sovranità e delle preoccupazioni della Federazione Russa». Stando a quanto riporta l’esercito di Kiev su Twitter sono circa 30.950 i soldati russi uccisi in Ucraina nei primi 100 giorni di conflitto. L’esercito ucraino indica anche che si registrano 210 caccia, 175 elicotteri e 535 droni abbattuti. Inoltre le forze di Kiev avrebbero distrutto 1.367 carri armati russi, 675 pezzi di artiglieria, 3.366 veicoli blindati per il trasporto delle truppe, 121 missili da crociera e 13 navi. Tuttavia ora la Russia sta registrando un «successo tattico» nel Donbass, anche se «nessuno degli obiettivi strategici è stato raggiunto», almeno rispetto ai piani iniziali di Mosca, scrive al riguardo l’intelligence britannica nel suo aggiornamento quotidiano sulla situazione nel paese. Intanto, il consigliere della presidenza ucraina Mykhailo Podolyak ha affermato che Kiev non intende usare armi statunitensi per attaccare il territorio russo, al contrario di quanto sostiene Mosca nella sua campagna di disinformazione. «Compito numero uno oggi per la Russia è minare la fiducia tra Ucraina e Stati Uniti. L’Ucraina sta conducendo una guerra difensiva e non prevede di utilizzare i sistemi missilistici avanzati per attaccare le strutture in Russia. I nostri partner sanno dove vengono utilizzate le loro armi», ha scritto Podolyak su Twitter. Il ministero della Difesa russo ha annunciato che sono iniziate le esercitazioni militari della flotta russa del Pacifico, che coinvolgono più di 40 navi da guerra e navi di supporto, oltre a 20 aerei ed elicotteri. La Difesa russa ha spiegato che la nave «Maresciallo Krylov» e la fregata «Maresciallo Shaposhnikov» prendono parte all’esercitazione, insieme a grandi navi e corvette anti-sottomarino, piccole navi anti-sottomarino, dragamine, navi missilistiche e navi ausiliarie. L’esercitazione si svolgerà fino al 10 giugno, in conformità con il programma di addestramento 2022 della flotta del Pacifico, conclude il ministero.